Il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo
La squadra di Pagliuca conferma gli aspetti positivi emersi nell’esordio di Teramo e vince anche il derby con l’Avellino di Rastelli, sempre più sulla graticola di giornalisti e tifosi irpini. Il tecnico stabiese squalificato e sostituito in panchina dall’eroe di Benevento del 2011, Nazareno Tarantino, sceglie la stessa formazione con l’esclusione forzata di Bentivegna per un infortunio delle ultime ore e l’inserimento di Piovanello.
Nel primo tempo lo Stabia tiene bene il possesso palla, ma non riesce ad impegnare il portiere irpino Ghidotti, pur concludendo un paio di volte con Baldi e Leone, mentre l’Avellino mette in difficoltà Thiam con un colpo di testa iniziale pericoloso e diversi traversoni del capitano Tito, stabiese con caratteristiche simili a quelle di Luigi Vitale. Da segnalare la folta presenza di pubblico stabiese nei due settori aperti e il messaggio d’amore per Castellammare e critico nei confronti della politica cittadina da parte della tifoseria organizzata presente nei distinti, che ha mostrato il solito grande incitamento verso la squadra anche dal settore diverso dalla curva, chiusa per la squalifica rimediata per i fatti di Cerignola nei playoff.
Nell’intervallo Pagliuca decide di sostituire Erradi con Romeo, per migliorare ulteriormente il gioco a centrocampo che pure era stato discreto, ma che nella ripresa si è rivelato anche pungente, sia prima che dopo il gol di Bellich, che ha deciso il derby, e che già nel primo tempo aveva provato a segnare con una conclusione da fuori area. Dopo una conclusione di Mignanelli, che si conferma come sempre uno dei migliori in campo, nonostante il gioco di Pagliuca non prediliga gli esterni, ma piuttosto una ricerca di soluzioni offensive tramite un 4 3 1 2 equilibrato, che regala azioni piacevoli e ficcanti, come quella che poteva dare il gol, se Candellone avesse colpito meglio la palla di testa a pochi metri da Ghidotti.
L’occasione più clamorosa capita proprio al neo entrato Romeo, che non riesce a sfruttare una serie di errori difensivi della squadra di Rastelli, ex allenatore dello Stabia campione di serie C2 nel 2010, e si fa ribattere il tiro da Ghidotti. A questo punto Pagliuca capisce che deve cambiare il trequartista ed inserisce Gerbo al posto di Candellone, dopo aver valutato anche l’inserimento di Marranzino, per essere più incisivi in fase offensiva, quando anche Rastelli comincia ad operare i cambi, inserendo D’Angelo e Gori.
Lo Stabia realizza con il difensore Bellich a pochi passi da Ghidotti, quello che aveva sbagliato prima con Candellone e subito dopo avrebbe potuto chiudere la partita, se Buglio avesse avuto una mira leggermente più precisa di un palo comunque preso e sempre sugli sviluppi di un altro errore piuttosto clamoroso dell’Avellino. Un’altra occasione capita a Candellone su un’ottima ripartenza per gli spazi che concede un Avellino, che attacca alla ricerca del pari, ma Ghidotti anche questa volta è bravo a parare. Pagliuca fa entrare Folino e Marranzino in un finale combattuto al posto di Bugno e Piscopo, ma la squadra di Rastelli, pur attaccando con una certa insistenza, riesce a impegnare l’estremo difensore Thiam solo su un tentativo di rovesciata in pieno recupero. Lo Stabia vince con pieno merito una gara combattuta come ogni derby che si rispetti, ma che mostra il volto di una squadra più determinata e organizzata di quella irpina, soprattutto nei settori della difesa e del centrocampo, nel quale l’estro di Leone si manifesta a tratti, perché la gara è più da giocatori di sciabola che di fioretto e la squadra di Pagliuca al momento è ben pronta sotto questo aspetto e si ritrova così in testa alla classifica, assieme a Latina e Turris, in attesa del prossimo derby in programma lunedì sera a Giugliano contro gli ex Caldore, Russo e Berardocco.