Neroazzurri, dalle stelle alle stalle

I critici di penna facile non aspettavano altro che questo naufragio per dormire sogni tranquilli dopo che per cinque giornate si sono sentiti spiazzati dai successi, anche se strimizziti, della banda Mancini. State sicuri che adesso cominciano i processi e le condanne

MILANO – Sono bastati 90 minuti di follia collettiva per ritrovarsi sulla terra dei mortali. Ma questa sconfitta non deve demoralizzare il mondo dei neroazzurri. In fondo aspettavamo questa sconfitta, forse non nel modo con cui è arrivata. Ma prima o poì doveva succedere e forse meglio che è arrivata adesso, quando gli avversari stanno ancora leccandosi le ferite e le distanze sono rimaste quasi invariate.

Dobbiamo riconoscere che l’Inter, questa Inter, ha cambiato molto ed ancora è in fase di rodaggio. Quello che non è piaciuto, ieri, sono stati due fattori che vado ad elencare.

Il primo è il modulo che Mister Mancini ha adottato per questa sfida. Dopo aver disputato cinque partite con lo stesso modulo, schierando una difesa a 4, il Mancio ha voluto cambiare e provare il modulo a 3 proprio nel match più delicato. Si vedeva che la squadra messa cosi soffriva le pene dell’inferno e se poì metti pure la luna storta di un Handanovic che le ha combinate di tutti i colori, allora ecco spiegato spiegato il naufragio. Gli uomini di Paolo Sousa hanno giocato a loro piacimento facendo correre a vuoto i neroazzurri incapaci spettatori del dominio viola.

 

Ed ora Mancini deve prendere delle decisioni a cominciare da Guarin, ancora una volta fuori dagli schemi a girovagare per il campo facendo più danno che bene, a cui forse un pò di panchina non farà che bene. Per passare da Kondogbia e Perisic, i quali stanno ancora imparando il “come si gioca in Italia”. E’ compito del mister far capire alcuni meccanismi.

L’Inter è ancora in fase d’allestimento e forse le cinque vittorie consecutive hanno illuso tutto l’ambiente. L’immediato futuro si chiama Sampdoria e basterebbe tornare ad essere la squadra compatta delle prime cinque giornate per riprendere la corsa.

Il secondo fattore che non è piaciuto è stato l’atteggiamento da parte di quei tifosi che, a fine primo tempo, hanno lasciato lo stadio. Una forma di protesta verso lo spettacolo indegno che stava consumando, infierendo su giocatori e allenatore. Sono questi i momenti in cui c’è bisogno che il popolo neroazzurro si deve stringere attorno alla squadra per dare quell’appoggio che il momento richiede. Diciamola tutta: l’Inter oggi è ancora prima in classifica dopo quattro anni orrendi e anche se il tifoso ha tutte le ragioni del mondo a criticare oggettivamente certe scelte, alcuni atteggiamenti in determinate situazioni non fanno bene alla squadra e bisognerebbe sostenere la squadra del cuore.

L’importante è ripartire dalle buone cose fatte fin’ora e rialzarsi sin da subito possibilmente da domenica prossima contro la Sampdoria del grande ex Walter Zenga,


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