Sofferenza ed ansia. Ecco le due parole chiave di questa partita. Sofferenza per una partita dominata dagli azzurri, ma senza che l’Italia l’abbia sbloccata. Ansia perché nel calcio, se controlli totalmente una partita ma non segni, il colpo finale arriva nel finale. Ma non è stato così e, nonostante tutto, arriviamo agli Europei passando dai gironi.
Una partita che lascerà qualche strascico per l’episodio al 92′. Probabilmente l’attaccante ucraino accentua troppo la caduta e perciò l’arbitro valuta per far proseguire. Poi l’azione va avanti con l’Italia che guadagna e poi riperde il pallone, redendo impossibile al VAR di intervenire.
Sofferenza ma con dominio azzurro
Il diktat di Luciano Spalletti, e di tutto il mondo azzurro, è lo stesso. Non si gioca per il pareggio, ma per vincere la partita. E, a parte per cinque minuti, il dominio azzurro è ineccepibile. Ma un giocatore spicca su tutti, ed mancato tantissimo con Mancini: Federico Chiesa.
L’esterno della Juventus è semplicemente immarcabile ed è su ogni lato del campo. In attacco, in difesa, recupera palla, fa le sponde. La bolgia dei tifosi dell’ucraina sulle tribune della BayArena perde decibel e quasi trattiene il fiato quando l’Italia va in pressione e avanza il baricentro per dimostrare la sua superiorità.
E’ il calcio che Spalletti vuole. Il vantaggio sembra nell’aria perché il possesso è italiano (64 per cento al 45′), mentre Di Marco e Chiesa a sinistra creano un pericolo dietro l’altro. E solo un pizzico di sfortuna impedisce all’Italia di essere in vantaggio. Vantaggio che avrebbe rilassato un po’ i tifosi.
Un secondo tempo difficile…
La ripresa inizia con Scamacca al posto di Raspadori e con la fisionomia dell’attacco azzurro che cambia. Ma in peggio perché l’atalantino entra male e fatica a far salire la squadra. L’Italia sembra comunque in controllo, almeno finché l’Ucraina non ha la sua chance più grossa, complice una dormita difensiva.
Donnarumma esce male su un fallo laterale di Konoplya e spalanca la porta a Mudryk. Gigio rimedia respingendo in angolo, mettendo una pezza al suo errore. L’Ucraina prende coraggio e gli azzurri, complice l’ansia di passare di nuovo per i gironi, alla fine si assestano per il pareggio.
…ma con spavento finale
92′. Quattro minuti alla fine. Di Marco, completamente esausto, lascia passare l’ennesimo pallone in area. Contatto fra Cristante e Mudryk, l’attaccante ucraino chiede il rigore richiesto: il Var non interviene e l’Italia festeggia la qualificazione dopo 6 minuti di recupero.
Sicuramente molti soloni parleranno di Italia scarsa eccetera. E a questi dico “Con Mancini dovevamo prima uscire ai gironi, poi il Belgio ci avrebbe fatto a polpette”. E ricordo che Spalletti è entrato in corso d’opera con una qualificazione già in dubbio. E staccare il pass per Euro 2024 è una vittoria.