Napoli. Castel dell’Ovo


Può un castello reggersi su un uovo? A Napoli sì, secondo un’antica e fantasiosa leggenda napoletana. Castel dell’Ovo …

Si narra infatti che Castel Marino posto sull’antico isolotto di Megaride, nasconda nelle sue segrete l’uovo che Virgilio avrebbe fatto nascondere in una gabbia chiuso da pesanti serrature, e che da lì sarebbe derivato il destino non solo di esso, ma anche della città di NapoliDi fatti le cronache riportano che al tempo della Regina Giovanna I, dopo ingenti danni subiti dal castello, riguardanti il crollo dell’arcone che univa i due scogli sul quale era costruito; lei fu costretta ad asserire ufficialmente di aver rimediato sostituendo l’uovo. Ciò per evitare che si diffondesse il panico per timore di nuove e più gravi sciagure.

La storia di Castel dell’Ovo

E’ il castello più antico di Napoli e, quindi, la sua attuale figura non è quella originaria essendo stato attraversato da epoche, conquiste e usi diversi.

Partendo dalle origini fondato dai Cumani, sull’isolotto di tufo denominato Megaride, era un prolungamento naturale del Monte Echia, unito alla terra ferma da un sottile istmo di roccia, qui fu fondata Parthenope nel VII secolo a.C.

Alla metà del V secolo il castello fortificato da Valentiniano III, ospitò l’ultimo re di Roma, Romolo Augusto, dopo la sua morte si insediarono i monaci basiliani. Allocati in celle sparse, detti (“romitori basiliani”).Fu raso al suolo all’inizio del X secolo dai duchi di Napoli, per evitare che si fortificassero i Saraceni come base per invadere la città e i monaci si ritirarono a Pizzofalcone.

Quando nel 1140 Ruggiero il Normanno conquistò Napoli, fece del castello la sua sede.

Tuttavia lo usava in poche occasioni, facendone il luogo ove partissero tutte le direttrici di sviluppo e commercio via terra. Iniziò un programma di fortificazione dello stesso, con la Torre Normandia il primo bastione e da cui sventolavano le bandiere.

Nel 1222 con Federico II durante il Regno degli Svevi, divenne sede del tesoro reale e si costruiscono altre torri;di Colleville, Maestra, e di Mezzo, divenendo reggia e prigione di stato.

Sarà l’evento sismico del 1370, in cui crollato l’arco naturale che costituiva l’istmo, la Regina Giovanna I, lo fece ricostruire in muratura e ristrutturò tutti gli edifici normanni. Il destino avverso e per mano dell’infedele  nipote Carlo di Durazzo, fece si che divenne anche la sua prigione.

La forma del castello

La forma attuale di Castel dell’Ovo risale al periodo in cui fu spodestato, l’ultimo re aragonese di Napoli. Demolite le torri sotto l’assedio di Ferdinando il Cattolico; in seguito fu massicciamente ristrutturato, ricostruite le torri ottagonali, ispessite le mura e le strutture difensive. Fortificato in epoche successive per mano dei Viceré Spagnoli ed i Borboni con batterie e due ponti levatoi. Perse la sua funzione di residenza reale e fabbrica reale, fino a divenire avamposto militare.

Da qui gli spagnoli bombardarono la città durante i moti di Masaniello. Fu prigione per Tommaso Campanella, prima di essere condannato a morte. Anche Carlo Poerio, Luigi Settembrini e Francesco de Sanctis furono imprigionati qui.

Dopo l’Unità d’Italia, un progetto prevedeva l’abbattimento del castello per far posto a un nuovo rione. Progetto che per fortuna dei tanti turisti e napoletani, non fu mai reso operativo. Conobbe un lungo periodo di oblio e abbandono fino al 1975, anno in cui iniziarono i restauri.

Oggi Castel dell’Ovo è una delle cartoline più affascinati di Napoli, luogo di eventi culturali, convegni e mostre. Circondato dal porticciolo turistico di Borgo Marinari con bar, ristoranti, e sede storica di alcuni tra i più importanti circoli nautici napoletani, apre davanti ad una degli scorci più invidiati al mondo.

Conferma che l’uovo è ancora lì e ci resterà per sempre, nelle segrete dei sotterranei, tra leggenda e storia.

foto di copertina :Angela Garofalo
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