Napoli, Palazzo Pandola in tante pellicole, da Matrimonio all’italiana a L’oro d Napoli


Palazzo Pandola Palazzo Pandola che conclude, immaginariamente, il perimetro di “Piazza del Gesù” et di numerosi film

Napoli, Piazza del Gesù,1964 – Gli sposi escono frettolosamente dalla Chiesa, accompagnati dai tre figli e dai domestici che, per tutta la vita, sono stati al fianco di Donna Filumena, la quale, finalmente, ha esaudito il suo desiderio: sposare Domenico Soriano.

E’ l’ultima scena. Marcello Mastroianni e Sophia Loren sono in camera da letto: Filumena piange, piange di felicità. L’inquadratura si allarga, la vista dal balcone svela la “Guglia dell’Immacolata” e, rigirandosi, la telecamera inquadra la facciata di Palazzo Pandola, dove è ambientato il film.

Con l’ennesimo stop alle riprese, si conclude “Matrimonio all’Italiana” il nuovo lavoro del “Napoletano per scelta”(tale amava definirsi) Vittorio De Sica che, per tutta la vita, ha ritrovato nella “napoletanità”, un’affinità elettiva viscerale.

Sono questi gli anni in cui il “Regista Neorealista” racconta l’Italia e, soprattutto, gli italiani del dopoguerra pieni di contraddizioni, vizi, debolezze, e lo fa con infinito garbo e buon gusto.

De Sica ama Napoli, la definisce la “Città più fotogenica al mondo” e fa della “Sua Sophia” (così la chiama per il grande amore, puramente paterno, che prova) una delle più importanti attrici al mondo.

Napoli è il suo “set” preferito, la sceglie per viverla appieno, la sceglie per amore, solo per amore.

Così, Palazzo Pandola che conclude, immaginariamente, il perimetro di “Piazza del Gesù”, fa, ancora, da scenario ad uno degli episodi de “L’oro di Napoli”; qui, è lo stesso regista ad interpretare il Conte Prospero che, oppresso dalla moglie, si ritrova ad assecondare il suo grande vizio: il gioco e che, pur di tenere in mano quelle maledette carte, trova come unico avversario il figlio del portiere di palazzo, un ragazzino di 8 anni il quale, purtroppo, vince puntualmente la partita.

A Palazzo Pandola Carlo Poerio e Guglielmo Oberdan

Palazzo Pandola è stato costruito su quello che una volta era il “Paradiso”, ossia il ricco giardino di Casa Pignatelli; qui la Duchessa di Monteleone D. Gerolama Colonna costruì la sua dimora, ampliata successivamente da Niccolò Pignatelli che ne affida l’incarico al “SanFelice” il quale ultima i lavori nel 1718; una parte di tale edificio, quella che da su Piazza del Gesù, viene poi venduta nel 1823 a Gaetano Pandola che, insieme a sua moglie Amelia Higgins abbraccia le nuove idee patriottico-rivoluzionarie;qui vengono ospitati sia Carlo Poerio che partecipa ai moti del 1848 che, Guglielmo Oberdan nel periodo precedente l’attentato a Francesco Giuseppe.

Il Palazzo Pandola, il Palazzo dello Spagnolo e, con essi, tante altre residenze tardo settecentesche napoletane, accolgono al loro interno una vasta “corte” su cui  importanti “scaloni” divengono,visivamente, meravigliose “quinte sceniche” progettate, appunto, per accogliere ed invitare gli inquilini delle stesse ad una piacevole vita sociale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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