Juve Stabia le vespe sono uscite sconfitte da Catania. Il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo dell’Associazione Stabiamore:
Pagliuca, per sfatare il tabù del Massimino, prova il tridente offensivo, ma inserisce Andreoni in difesa al posto di Baldi e Erradi per Romeo a centrocampo, contro un Catania di Lucarelli, che pure cambia molto per cercare di battere la capolista e salvare la panchina. Davanti ad un pubblico etneo decisamente di categoria superiore, lo Stabia va completamente in bambola fino alla metà del primo tempo, subendo un paio di azioni molto pericolose con il capitano etneo Castellini e l’attaccante Costantino, ma una volta respinge Thiam il colpo di testa e l’altra Bachini è bravo a chiudere. Il gol dello stesso Castellini quindi non giunge inaspettato, con la difesa completamente ferma sul suo colpo di testa, che sorprende Thiam e solo alla mezzora arriva il primo tiro in porta di Piscopo, che però sbaglia completamente la misura e anche questa volta non riesce ad incidere nella partita.
La capolista finalmente si sveglia e spreca una clamorosa occasione per pareggiare con Candellone, che non riesce a mettere in porta la respinta di Albertoni su tiro di Adorante e nei tifosi stabiesi c’è il rammarico che se fosse stato il contrario probabilmente ci sarebbe stato il gol dello Stabia. Comunque questo cambio di rotta significativo della gara comincia alla fine del primo tempo e prosegue nella ripresa, perché nell’ordine Candellone spreca ancora un’occasione, Adorante si trova sulla traiettoria di un tiro pericoloso di Leone e c’è un probabile fallo di mano da rigore non rilevato dall’arbitro, che assegna solo un angolo. I due tecnici decidono contemporaneamente di inserire due calciatori a testa, Lucarelli sceglie l’ex Di Carmine e Zammarini per Peralta e Costantino, mentre Pagliuca da indicazioni a Tarantino di fare entrare Mosti e Romeo al posto dei deludenti Piscopo e Erradi. In un primo momento sembra che i cambi siano un ulteriore stimolo per la capacità di recupero dello Stabia, perché Mosti prima tenta il colpaccio con un tiro da fuori e poi manca da pochi metri il gol del pareggio. Poi però è il Catania ad approfittare delle ripartenze con il capitano Castellini, che ripete l’impresa del primo tempo, ma questa volta con un’azione in surplace, che infila completamente la difesa stabiese come una lama di un coltello nel burro e chiude la partita con una doppietta inaspettata.
L’ingresso di Piovanello al posto di Andreoni appare solo una mossa disperata, anche se teoricamente c’era ancora il tempo per la rimonta, perché nel quarto d’ora finale l’attaccante di riserva stabiese prova a riaprire in qualche modo la partita. Oltre alla conclusione e a una mancata deviazione sotto misura da parte di entrambe le punte Adorante e Candellone, c’è pure un suo tentativo in area, che l’arbitro interpreta come simulazione con la relativa ammonizione, mentre Lucarelli cerca di gestire il risultato con i restanti cambi a sua disposizione, riuscendoci, senza però mettere più piede nella metà campo della capolista.
Insomma lo Stabia perde con l’attenuante di qualche episodio sfortunato, ma con un calo che appare essere di doppia natura, in parte atletico e in parte di concentrazione, che viene attutito solamente dai risultati delle concorrenti al vertice, che alternano risultati convincenti a sconfitte inaspettate come quella del Picerno in casa col Benevento, che a questo appunto, appare forse l’avversario più temibile delle vespe, perché dovranno affrontare gli stregoni sul loro campo. Ma prima degli scontri diretti, la squadra di Pagliuca, la cui assenza in panchina è stata ancora determinante come l’unica sconfitta precedente al Pinto di Caserta dopo ben sedici risultati positivi, deve assolutamente tornare a vincere le gare al Menti, a cominciare dai prossimi derby con Turris e Casertana.