Napoli il pareggio in Champions League


 

Napoli gli azzurri pareggiano contro il Barcellona ed è ancora tutto aperto per il passaggio del turno. Il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo

Le squadre campioni d’Italia e di Spagna, entrambe maradoniane, che nelle ultime stagioni si sono sfidate diverse volte, sono abbastanza malandate e in crisi e in effetti si nota soprattutto nel primo tempo. Il Napoli addirittura si trova a giocare con un nuovo allenatore a poche ore da una grande sfida, che non vale solo la qualificazione ai quarti di Champions League, ma anche la possibilità di partecipare ai primi mondiali della storia del calcio riservati a squadre di club, perché entrambe le selezioni possono recuperare lo svantaggio, che hanno attualmente su Juventus e Atletico Madrid.

Nella prima parte del primo tempo i blaugrana di Xavi giocano sempre in attacco e oltre a sfiorare la porta nei primi minuti impegnano Meret molto seriamente in tre circostanze, prima con il giovanissimo attaccante Yamal, dopo un pallone velenoso perso da Cajuste, preferito a Traore’ da Cardona, ex allenatore in seconda di Sarri e Spalletti al Napoli e commissario tecnico della nazionale slovacca, e poi con Lewandowski e Gundogan. Gundogan al limite dell’area di rigore si coordina bene e calcia con il destro, trovando la risposta in tuffo da parte del bravo Meret, mentre il centravanti della nazionale polacca ed ex attaccante del Bayern, Lewandowski su accelerazione improvvisa di Joao Cancelo gira in porta, costringendo il pipelet del Napoli ad una parata di piede alla Garella. La seconda squadra di Calzona non gioca male e mostra qualche piccolo segnale di ripresa, rispetto alle ultime disastrose prestazioni sotto la guida di Mazzarri, che stava sprofondando il Napoli verso l’anonimato, ma comunque non riesce mai a rendersi pericolosa e ad impensierire il portiere tedesco del Barcellona, Ter Stegen, che si sporca i guanti solo nella ripresa. L’impostazione scelta da Caldona infatti anche se è basata sul 4 3 3 è resa comunque più difensiva da Olivera sulla corsia bassa sinistra e da Cajuste a centrocampo e nella parte finale del primo tempo il Barcellona non produce più occasioni e il Napoli guadagna campo, anche se latitano le occasioni da rete.

Nella ripresa il Barcellona riprende ad attaccare e ad un certo punto trova la via della rete con Lewandowski, abile a girarsi, e a concludere nell’angolino alla destra di Meret, che si merita comunque la palma di migliore in campo per un altro paio di parate. Calzona dimostra coraggio dopo un’ora di gioco, togliendo dal campo Cajuste e Kvaratskhelia, ancora una volta autore di una gara non convincente, per inserire contemporaneamente due calciatori offensivi come Traore’ e Lindstrom, che provano a creare i presupposti per il pareggio. Il Barcellona gioca meglio, ma dimostra anche in Champions i grossi problemi difensivi, testimoniati dai tantissimi gol subiti in campionato, coppa del re e nello stesso girone eliminatorio della competizione continentale, e così il redivivo Osimhen, pur non brillando, torna subito a segnare al ritorno dalla finale persa in coppa d’Africa, tenendo il Napoli in corsa per la qualificazione.

Calzona mi ha impressionato favorevolmente nell’unico modo in cui poteva, avendo avuto solo poche ore a disposizione per allenare la squadra, e vale a dire sui cambi, con l’inserimento successivo contemporaneo di Simeone e Raspadori al posto di Osimhen e Politano, regalando così un finale arrembante, che se non altro ha divertito il pubblico del San Paolo Maradona e i tifosi davanti al monitor. Se fosse arrivato un altro gol del Napoli la vittoria della squadra di casa non avrebbe rispecchiato l’andamento della gara, che è stato in prevalenza di marca blaugrana, ma il calcio è fatto di episodi e Calzona ha dimostrato la volontà di volerli creare, per cercare di vincere la partita. Raspadori e soprattutto Simeone ci hanno provato, e Anguissa ha sfiorato di testa il gol del colpaccio, mentre Xavi è stato costretto a fare le sue sostituzioni perfino in senso conservativo nel finale, per evitare la sconfitta. Insomma Calzona si può accontentare di una discreta prestazione e di un buon pareggio, che gli permette di lavorare con serenità sia nella prospettiva della rimonta in campionato che del ritorno a Barcellona, contro una squadra sicuramente valida dal punto di vista offensivo, come ha dimostrato anche nell’ultima azione del recupero, sfiorando il gol del nuovo vantaggio, ma certamente vulnerabile in difesa, come si è visto nell’episodio del pareggio di Osimhen.

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