Una cartografia delle collezioni
della Fondazione Querini Stampalia di Venezia e del Museo Aurora di Shanghai
A cura di Chiara Bertola, Davide Quadrio
L’artista cinese Qiu Zhijie, curatore dell’ultima Biennale di Shanghai, presenterà alla Fondazione Querini Stampalia una selezione di opere inedite in occasione della sua prima mostra personale in Italia durante la 55. edizione della Biennale d’Arte di Venezia. Attraverso un’articolata ed eterogenea scelta di lavori, l’artista esplorerà le dinamiche complesse che tracciano gli itinerari spaziali e temporali tra Occidente ed Oriente, tra passato e presente. Considerato nel panorama artistico cinese come un vero e proprio intellettuale – nel senso rinascimentale della parola – Qiu Zhijie è un pensatore, un attivista, un poeta, un cartografo e persino un archivista del sapere. Nessuno meglio di lui potrebbe esplorare queste storie intricate che si estendono parallelamente nel tempo e nello spazio. Come artista Qiu Zhijie definisce il suo modo di operare come arte totale, sostanzialmente una presa di coscienza che la creazione artistica non può essere sradicata e sottratta alla situazione storica e culturale che la circonda e che l’ha innestata.
La mostra di Qiu Zhijie è la prima tappa di New Roads, un progetto triennale di collaborazione internazionale tra Cina e Italia nato dalla volontà di creare una piattaforma di dialogo multiculturale attraverso l’arte contemporanea.
Tre sono le istituzioni coinvolte: Fondazione Querini Stampalia di Venezia e il Museo Aurora di Shanghai che, attraverso il fondamentale intervento di mediazione interculturale e artistica di Arthub Asia, mettono a confronto la loro storia e le loro collezioni, analizzandole e espandendole attraverso progetti commissionati a artisti contemporanei occidentali e orientali.
Le opere site specific di Qiu Zhijie, così come tutti i precedenti progetti di arte contemporanea del programma Conservare il Futuro, sviluppati dal 2000 alla Fondazione Querini Stampalia, sono state pensate in relazione agli oggetti della collezione permanente. In questo caso, il confronto e l’analisi si estenderanno oltre, costruendo dei ponti concettuali e stilistici tra le opere della Fondazione veneziana e la preziosa collezione asiatica d’arte antica del Museo Aurora di Shanghai.
Eludendo la distanza geografica e smascherando quei pregiudizi secolari accumulati nel corso degli scambi culturali tra Oriente e Occidente, l’approccio cartografico di Qiu Zhijie traccia, scopre ed evidenzia le connessioni tra i due musei ma anche tra Shanghai e Venezia, due città accomunate da molteplici aspetti tra cui la loro innata indole all’apertura e allo scambio, tipica dei luoghi che si affacciano sul mare. Guardando le mappe di Qiu Zhijie, viene subito in mente l’organicità e la Fluidità della mappa di Venezia, sinuosa e densa. Qiu Zhijie le costruisce individuando un sistema di cellule tipologiche e simboliche che si aggregano l’una all’altra come nel tessuto urbano della Serenissima, dando vita a straordinarie e organiche cartografie che come grandi arazzi capovolti raccontano dei molti nodi e fili che le tengono insieme.
Il titolo della mostra L’Unicorno e il Dragone. Una cartografia delle collezioni della Fondazione Querini Stampalia e del Museo Aurora, trova ispirazione nella conferenza di Umberto Eco – Cercavano gli unicorni – tenuta all’Università di Pechino nel 1993. Lo studioso, in un’analisi dei meccanismi che scaturiscono dal confronto e dalla scoperta di culture diverse, puntualizza una certa tendenza, protratta attraverso i secoli, a classificare simboli, nozioni e concetti estranei, adattandoli ai propri sistemi di referenze culturali. L’esempio più clamoroso citato da Eco è proprio quello secondo il quale Marco Polo, vedendo un rinoceronte durante i suoi viaggi in Oriente, lo identificò subito come un unicorno, seguendo l’unica possibile classificazione che la tradizione occidentale gli aveva messo a disposizione per definire una creatura con un corno.
La serie inedita di mappe di Qiu Zhijie, alcune impresse su carta con una tecnica secolare cinese di tamponamento con spugne (rubbing), altre disegnate ad inchiostro direttamente sulle pareti, illustrerà proprio questi bizzarri equivoci nati dai rapporti di scambio culturale tra Italia e Cina e, in senso allargato, tra Occidente e Oriente. Attraverso molteplici referenze storiche, filosofiche e figurative, l’artista non solo ci guiderà nella storia ed evoluzione di queste mistificazioni, ma ci aiuterà a scoprire come tali interpretazioni fuorvianti possano rivelarsi basilari nella scoperta di nuove e inaspettate analogie transculturali.
È infatti molto facile identificare l’errore palese di Marco Polo, ma quello che Qiu Zhijie ci sa rivelare è che in realtà, anche nella tradizione cinese è sempre stato presente un unicorno, che non è né un cavallo con un corno in fronte, né un rinoceronte. L’unicorno cinese è infatti una figura mitologica chiamata Qilin o Tianlu, e in alcune raffigurazioni appartenenti alla collezione Aurora, sorprendentemente simile al leone alato di San Marco.
L’opera dell’artista si vuole focalizzare quindi anche sul processo di trasformazione di quelle immagini che, pur strutturate già da antichi innesti di forme, vengono contaminate e trasformate dall’interazione e comunicazione tra culture.
Queste commistioni di significati mistici e forme verranno rappresentati da Qiu Zhijie anche attraverso una serie di sculture in vetro di animali mitologici che racchiudono immagini provenienti da due depositi di memoria: le collezioni del Museo veneziano e del Museo Aurora di Shanghai.
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