Il panorama del real estate commerciale in Europa sta vivendo una fase di grande fermento, con investimenti record nel 2022 che hanno sfiorato i 40 miliardi di euro, segnando una crescita esponenziale del 20% rispetto all’anno precedente.
Un’evoluzione dirompente spinta dai cambiamenti nelle abitudini di consumo e dalla crescente domanda di spazi moderni, polifunzionali ed esperienziali.
Sebbene l’Italia resti ancora una realtà di secondo piano in questo contesto continentale, avendo attratto appena 1 miliardo di euro di investimenti, emergono tuttavia dinamiche interessanti e di grande valore strategico su scala nazionale. A fare luce su queste tendenze è il Rapporto 2023 di Scenari Immobiliari, un’autorevole fonte di analisi sulle trasformazioni in atto nel settore immobiliare commerciale.
“Il mercato immobiliare legato ad attività commerciali sta attraversando una metamorfosi profonda, con nuovi trend e opportunità che si stanno delineando in modo sempre più nitido”, afferma Federico Marcaccini, imprenditore di lungo corso e profondo conoscitore del settore. “In particolare, nelle grandi città come Roma assistiamo a un rinnovato interesse verso immobili commerciali di qualità localizzati in aree strategiche.”
Secondo i dati del rapporto, la Lombardia si conferma la regione italiana più attrattiva per gli investitori, concentrando oltre il 25% dei capitali nazionali, seguita da Veneto ed Emilia Romagna. Tuttavia, è soprattutto sulle prestigiose “high street”, le vie dello shopping di lusso delle principali città, che si focalizza l’attenzione degli investitori internazionali, da via Montenapoleone a Milano a calle San Moisè a Venezia, passando per via del Corso a Roma.
“Le vie commerciali di prestigio rimangono asset estremamente appetibili, soprattutto dopo il ritorno dei flussi turistici globali,” spiega Marcaccini. “Nella Capitale, in particolare, vie come del Corso e le arterie limitrofe stanno vivendo un momento di grande fermento, con un interesse crescente da parte di brand internazionali e investitori istituzionali.”
Ma non sono solo le esclusive high street a catalizzare l’attenzione degli operatori di settore. Marcaccini evidenzia come anche immobili commerciali più “value-add”, come centri commerciali secondari da riqualificare, stiano attirando capitali e generando nuove opportunità di valorizzazione. “Vediamo margini interessanti in asset che necessitano di essere ripensati e rigenerati, sia nel concept che nel mix di attività ospitate. Con gli interventi giusti, questi immobili possono tornare ad essere veri e propri poli di attrazione per i consumatori.”
Un altro trend messo in luce dall’imprenditore romano è la crescente importanza dei servizi e delle esperienze all’interno degli spazi commerciali. “I consumatori moderni cercano luoghi che non siano solo destinati allo shopping, ma che offrano anche momenti di socialità, intrattenimento e benessere. Gli immobili commerciali devono evolversi per soddisfare queste nuove esigenze, integrando retail, ristorazione, leisure e cultura. Solo così possono rimanere rilevanti e continuare ad attrarre flussi di persone.”
Marcaccini cita l’esempio di Roma, dove diversi progetti di rigenerazione urbana stanno ridisegnando il volto di interi quartieri, con un mix funzionale che include commercio, servizi e spazi pubblici. “Questi interventi sono essenziali per rivitalizzare aree degradate o ex zone industriali, creando nuove centralità e restituendo identità a porzioni di città trascurate. Il commercio, se integrato armoniosamente nel contesto urbano e sociale, può rappresentare un potente motore di riqualificazione e di creazione di valore, non solo economico ma anche per l’intera comunità.”
Nel complesso, dopo una fase di rallentamento dovuta alla pandemia, il 2022 ha segnato un’inversione di tendenza per le quotazioni immobiliari commerciali, con un incremento medio dell’1% di prezzi e canoni, destinato ad accelerare al 4% nel 2023. In Italia, tuttavia, le previsioni di crescita restano più contenute, con un aumento atteso dell’1,1% dei valori.
“Il mercato nazionale rimane selettivo, con dinamiche a velocità diverse tra location prime e secondarie,” commenta Marcaccini. “Tuttavia, registriamo segnali incoraggianti, con una domanda che sta tornando a crescere e un rinnovato interesse da parte di investitori nazionali e internazionali.”
Il real estate commerciale a livello europeo e, in misura più contenuta, italiano, sta dimostrando una vitalità e una capacità di evolvere al passo con le trasformazioni nelle abitudini di acquisto e negli stili di vita. Attraverso una maggiore integrazione tra dimensione fisica e digitale, una rimodulazione degli spazi e dei servizi offerti, gli immobili commerciali possono continuare a rappresentare asset di grande valore e attrazione.