Durante la campagna elettorale per le Europee, il centro destra si trova a dover affrontare la conseguenze dell’inchiesta giudiziaria in Liguria, che ha portato agli arresti domiciliari nei confronti del presidente della giunta regionale Giovanni Toti.
Ovviamente nella maggioranza di governo regionale c’è la difesa nei confronti del presidente e si alza la bandiera del garantismo, anche se nessuno sembra intenzionato a buttarsi nel fuoco per Toti, che ad ottobre del 2023 è stato eletto presidente del consiglio nazionale della formazione politica Noi Moderati, di cui è leader Maurizio Lupi.
Giovanni Toti, da Forza Italia a Cambiamo!
Giovanni Toti è stato iscritto da giovanissimo al partito di Bettino Craxi, ma la sua esperienza significativa, dopo una lunga militanza giornalistica, Toti la compie con la creatura politica di Silvio Berlusconi, Forza Italia.
Nel 2015 si candida alle regionali in Liguria e vince con il 34,44% dei voti, e il Cavaliere Berlusconi dichiarò di essere molto rammaricato di perdere il suo braccio destro politico, seppure per un ruolo istituzionale molto importante come la presidenza di una giusta regionale. Ma nel 2019 si consuma clamorosamente il divorzio politico con Forza Italia e Toti decide di fondare un nuovo soggetto politico denominato “Cambiamo!”, grazie alla collaborazione del Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
Poi nei mesi scorsi Toti raggiunge l’amico Lupi nel partito Noi Moderati, assumendone addirittura la presidenza del consiglio nazionale, ma con un’intesa elettorale raggiunta alle europee del partito con Forza Italia.
Giovanni Toti, la vicenda giudiziaria
Per la vicenda giudiziaria di presunte tangenti, condotta dalla Guardia di Finanza, il partito della premier Meloni, Fratelli d’Italia, vuole vedere meglio le carte prima di esprimersi ufficialmente, mentre Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno subito bocciato l’ipotesi delle dimissioni di Toti da governatore della Liguria.
Le parole testuali del leader della Lega sono le seguenti: “Sarebbe una resa, dal mio punto di vista, perché domani qualunque inchiesta, avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco“.
Antonio Tajani, l’altro vicepremier, leader di Forza Italia e ministro degli esteri esprime le seguenti parole garantiste: “Non strumentalizziamo le vicende giudiziarie, vediamo che cosa accade. Ma non mi pare un motivo per decidere adesso di andare a votare”.
Appare chiaro come l’obiettivo del centro destra, oltre la difesa d’ufficio di Toti, sia soprattutto quello di evidenziare l’utilizzo sospetto delle tempistiche delle inchieste, ma anche di capire se la vicenda si allargherà ancora di più, con nuove rivelazioni o addirittura nuove fattispecie di reato.
Forza Italia e tutto il centrodestra ha il timore che ci sia dell’altro, con ulteriori coinvolgimenti. Per il momento la decisione è di andare comunque avanti, tenendo in vita la giunta regionale, alla cui guida adesso c’è il vice presidente Alessandro Piana. Lo stesso vice presidente non esclude però altri scenari, dichiarando testualmente: “Presiedo io, andiamo avanti se c’è ancora fiducia. Se invece Toti dovesse dimettersi ci sarebbe un periodo di reggenza da parte del sottoscritto, per poi andare a elezioni regionali anticipate, ma non so indicare una data perché non sono un esperto di cavilli burocratici”.
Per il momento il presidente della giunta regionale non ha intenzione di fare un passo indietro e punta a chiarire tutto, uscendo indenne dall’inchiesta giudiziaria che lo riguarda.
In effetti la vicenda giudiziaria risale a parecchi anni fa, e per questo il segretario di Forza Italia, Tajani, nonostante in passato il partito azzurro abbia avuto alcuni contrasti con Toti, considera assurdo l’arresto e trova lo spunto da questa situazione, per chiedere ai partner di governo un accelerazione sulla riforma della giustizia, incardinata nelle aule parlamentari.
Sulla falsariga di Tajani ci sono anche le dichiarazioni della vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, che invita a riflettere sulla spettacolarizzazione e la tempistica dell’arresto di Toti. Addirittura Salvini si mette a fare dell’ironia sul fatto, che ci sarebbero stati buoni motivi, per fare durare così tanto tempo, addirittura oltre quattro anni, questa inchiesta giudiziaria.
La linea della forza politica di Giorgia Meloni è invece molto più attendista, con le dichiarazioni del responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, che recitano testualmente: “Noi chiediamo massima chiarezza in questo caso come l’abbiamo chiesta in Puglia e Piemonte. Massima attenzione perché quando si parla della cosa pubblica ci deve essere la massima trasparenza, perché se Toti dice che non ha nessun coinvolgimento nella vicenda giudiziaria, bisogna dargli il tempo di dimostrarlo”.
Ma nonostante queste dichiarazioni c’è preoccupazione tra le fila del partito di maggioranza relativa a livello nazionale, Fratelli d’Italia, per gli sviluppi ulteriori di questo terremoto giudiziario nella Regione Liguria e torna in auge il dibattito sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Donzelli ammette come l’abolizione sia stato un grave errore, commesso anche dalla destra dopo le vicende di tangentopoli. Il terremoto giudiziario ligure ha scosso chiaramente tutto il centrodestra in regione Liguria con ovvie ripercussioni pure sulla politica nazionale.
Cominciano già a circolare nomi di possibili candidati alle elezioni regionali per la nuova presidenza, come quello dell’ex ministro all’interno del governo Berlusconi, Claudio Scajola, attualmente sindaco di Imperia.
In molti attendono che il caso si sgonfi, perché ci sarebbe nella coalizione di centrodestra anche un problema di riposizionamento di spazi, da occupare con l’incognita della designazione del candidato presidente.
Potrebbe andare al partito di Giorgia Meloni, per un riequilibrio generale, ma anche alla Lega, perché Fratelli d’Italia farebbe un passo indietro, per puntare alle prossime regionali del Veneto, con ovviamente Forza Italia e Noi Moderati che non potrebbero avanzare pretese, per l’attuale coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria.
Per quanto riguarda invece il centro sinistra, nel partito democratico potrebbe avanzare la candidatura dell’ex ministro Andrea Orlando. Anche in questo campo ogni decisione in merito sarà presa dai vertici nazionali, non appena saranno definitivamente chiari i contorni della vicenda, che ha scosso la massima istituzione della Regione Liguria.
(foto profilo Facebook pagina Giovanni Toti)