Per qualità e completezza, la mostra proposta dal Comune di Pordenone negli Spazi Espositivi di via Bertossi è certamente la più importante sino ad oggi allestita in Italia sulla Grafica Cubana negli anni che seguirono la Rivoluzione castrista, ovvero dal 1959 agli anni Ottanta del secolo scorso.
La prima data si rifà alla storia della Rivoluzione. Comè noto, la lotta contro il Generale Batista che aveva avuto inizio con l’assalto alla Caserma Moncada il 26 luglio del 1953, si concluse appunto il 1 gennaio del 1959 con la fuga del Generale da Cuba mentre Santa Clara e Santiago di Cuba erano prese dalla milizia popolare guidata da Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara.
Gli anni Ottanta, epoca di riferimento conclusivo della mostra, furono quelli che videro il Cartel Cubano esprimere il meglio di se, la sua stagione di maggiore creatività.
Lesposizione pordenonese riunisce ben 350 tra manifesti e bozzetti originali, con numerosi esemplari unici appartenenti a collezioni pubbliche e private europee e americane.
Documenta una delle stagioni più originali della grafica del Novecento, prodotto di una enclave unica al mondo per clima, caratteristiche e situazione.
In questi anni tutti i messaggi dovevano concorrere a rafforzare la adesione popolare al nuovo ideale rivoluzionario. Alcuni lo fanno in forma diretta ma molti altri, altrettanto efficacemente, in modo indiretto, trasmettendo positività, gioia, colore in un momento oggettivamente non facile per lisola caraibica isolata nel contesto internazionale.
La grande mancanza di mezzi economici, lungi dal deprimerli, sembra stimolare gli artisti, o meglio i grafici di tutte le generazioni verso una creatività effervescente e innovativa.
Che, pur nel reale isolamento, riesce comunque a catturare e elaborare originalmente, spunti, fermenti, idee dalla vicina America ma anche dallEuropa.
Ciò che ha prodotto questo Laboratorio Cubano della Grafica è davvero stupefacente per varietà, colori, forza emozionale e iconografica, come la mostra pordenonese documenta e trasmette.
Certo non mancano gli omaggi alle Icone: quella del Lider Maximo, ovviamente, ma anche quella del Che. Ma il Cartel Cubano è molto di più: il manifesto, qui più che altrove, riesce ad interpretare e proporre lanima profonda di un popolo, in una isola multiculturale e multietnica.
Si percepisce chiaramente che dietro ad ogni manifesto cè una storia, un aneddoto, un racconto di vita, a proporre una immagine di Cuba mediata dal grafico ma aderente alla sensibilità e allemozione di chi quel manifesto guarda e decritta. Oggi è il visitatore della mostra, ieri era il cittadino e patriota cubano, chiamato ad essere protagonista di una grande, difficile epopea.
La mostra allinea i capolavori di unepoca di comunicazione, le opere più significative di tutti i grandi grafici di quei decenni, nomi ormai parte di un mito.
Qui saranno riunite, per la prima volta, le testimonianze dirette dei grafici superstiti di quella grande stagione.
Diversi i filoni presenti in mostra. La celebrazione politica, innanzitutto. Ma anche i grandi temi e le realizzazioni sociali, dalla riforma sanitaria a quella agraria, alle campagne per leducazione estesa a tutti. Poi la comunicazione culturale, verso la quale Castro mostrò ampio interesse, ed in particolare il cinema: straordinaria la sequenza di affiches (e di bozzetti) per i film o per le manifestazioni di e sul cinema.
Il linguaggio creativo e figurativo è sempre espresso con grande libertà e autonomia e con lefficacia consentita dalle tecniche serigrafiche e litografiche utilizzate per la stampa.
Il Cartel Cubano, e lo si percepisce bene in mostra, sa svincolarsi dalla pura funzione promozionale di prodotto per raccontare, lungo filoni apparentemente diversissimi, lIdea e lIdeale di una nazione.
Basti osservare la cinepresa con cui Alfredo Rostgaard ricorda il decimo anniversario dellICAIC, lInstituto Cubano de Arte e Industria Cinematográficos. Nei suoi colori pastello trasmette tutta la vitale, gioiosa forza di una Nazione, forza che diventa potenza: quella cinepresa richiama il profilo di una mitragliatrice che lancia non proiettili ma il vivido fascio di luce dellideale rivoluzionario.
Orari di apertura:
da martedì a sabato: 15.30/19.30
domenica: 10.00/13.00 – 15.30/19.30
Informazioni e prenotazioni: Tel: +39-0434-392916 – 918
info@artemodernapordenone.it www.artemodernapordenone.it
Ufficio Stampa:
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