In scena al Teatro Cilea “L’amico del cuore” di Vincenzo Salemme
Dal 17 al 27 dicembre, la commedia scritta (e in questo caso) diretta dallo stesso autore mostrerà al pubblico una rilettura del testo assai interessante; chi ha visto il film, chi lo rivede con piacere ogni volta che la televisione lo trasmette, non resterà deluso.
Le risate non mancano ma lo spessore dei personaggi è veramente un plusvalore il cui merito va ascritto tutto al talento degli interpreti: un Biagio Izzo (Michelino, il marito di Frida) che -in certi passaggi dell’azione scenica- non fa rimpiangere l’assenza cinematografica di Havana 9, e che è ben lontano dall’indifeso candore del personaggio cinematografico; un bravissimo cinico e per niente tenero Mario Porfito (Roberto Cordova) che, grazie anche alla sua vocalità, non suscita pena per la sua condizione di morituro che cerca di esaudire il suo ultimo, piccante desiderio. Anzi, si guadagna il disdoro del pubblico in sala per il suo malcelato desiderio di rivalsa, ripetutamente interrogato dal povere Michele Seta che si vede costretto ad affrontare la realtà: lui è un provinciale e i suoi migliori amici lo hanno sempre invidiato.
Adele Pandolfi è egregiamente a suo agio nel ruolo della mamma di Geremia, personaggio impegnativo ottimamente retto da Samuele Sbrighi, mentre un discorso a parte merita Francesco Procopio che, a differenza del Padre Leonardo della pellicola, sa dargli un carattere più umano, più carnale rispetto al ministro di Dio che in realtà è. Infine Luana Pantaleo, cui viene affidato il compito dell’ultimo, inaspettato coup de scène, la ginecologa di Frida. Non fa rimpiangere la finta innocenza di Eva Herzigova, la sempre bella Yuliya Mayarchuk che si rivela una moglie assai meno paziente e certamente assai più maliziosa e a tratti sfacciata della modella ceca ma parimenti bugiarda.
Curata la scenografia degli interni di casa Seta grazie ad Alessandro Chiti, la regìa di Vincenzo Salemme è stata indubbiamente generosa, consentendo ad attori di questo calibro di esprimersi con grande libertà e di dare delle nuove nuances ai personaggi che sono rimasti, con alcune battute, nell’immaginario collettivo del pubblico napoletano e non solo.
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