Anche Intel ha un progetto per la realtà aumentata

La tecnologia RealSense è già al servizio della augmented reality nei progetti di Intel

Che la realtà aumentata sia uno dei business del momento è cosa risaputa, e dunque non deve meravigliarci la notizia diffusa in questi giorni da Intel, sull’intenzione, da parte della società, di seguire le orme già ampiamente intraprese da Microsoft con il suo progetto Hololens.

Intel e Microsoft non sono ovviamente gli unici attori di questa corsa agli armamenti digitale, anche Apple e Alphabet (Google) sono già in una fase avanzata dei lavori, ma quello di Intel potrebbe essere il più importante guanto di sfida a Microsoft, potendo -la società di Santa Clara- disporre dell’eccellente e performante tecnologia RealSense che tanto ha fatto parlare di sé proprio all’inizio dell’anno. Seppur concettualmente non dissimile dal sensore Kinect, nato sempre in seno a Microsoft, i sensori RealSense si compongono in realtà di ben tre fotocamere diverse che, cooperando come un unico obiettivo fotografico, permettono al sistema di raccogliere un numero eccezionale di informazioni relative all’utente. RealSense ha, dalla sua, una fotocamera HD a 1080p, una fotocamera a infrarossi e un proiettore laser a infrarossi che, coordinandosi, tracciano in modo precisissimo il movimento del corpo permettendo la relativa interazione con software e dispositivi.

 

In soldoni la tecnologia RealSense è già in grado di scansionare corpi e oggetti in un ambiente ridimensionale, senza incorrere in errori causati dalla profondità, permettendo così (almeno idealmente) di aggirare quello che è da sempre un problema molto concreto della realtà aumentata: l’aderenza perfetta di immagini digitali su panorami reali e ambienti tridimensionali. Già nel corso del CES 2016, Intel aveva dimostrato che la tecnologia RealSense può effettivamente fare la differenza, lanciando, al contempo, una linea di laptop e tablet con già integrati questa tipologia di sensori di movimento e con un demo kit mostrato a pochissimi addetti ai lavori e che, secondo alcune indiscrezioni, lasciano presagire che sarebbe possibile creare un visore per la realtà aumentata semplicemente con uno smartphone, secondo il modello già pronto per il mercato di Samsung (anche se in quel caso parliamo di realtà virtuale ovviamente).

Quel che sarà il futuro di questi progetti è presto per dirlo. La realtà aumentata, a differenza di quella virtuale, è in una fase ancora embrionale del suo sviluppo. Se per Microsoft il futuro sembra quasi a portata di mano, è difficile dire se lo stesso si potrà dire per Intel, anche se pare praticamente certo che lo storico costruttore di chipset non sarà direttamente presente sul mercato, mettendo invece la propria tecnologia al servizio di costruttori terze parti.


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