In scena dal 12 al 24 aprile al Teatro Bellini di Napoli “Carmen” di Enzo Moscato, regia di Mario Martone, musiche di Mario Tronco, protagonisti Iaia Forte e Roberto De Francesco.
Carmen che sta andando in scena al teatro Bellini di Napoli, pur attingendo alla celeberrima Carmen di Mèrimèe scosta da essa per la rilettura operata da Enzo Moscato.
Distaccandosi dall’opera originaria, il regista Mario Martone porta in scena “Carmen” napoletana i cui testi sono a cura di Enzo Moscato, uno dei più grandi drammaturghi della nostra città; mentre la musica di Bizet che fa da colonna portante all’assetto scenico è trasmutata da Mario Tronco e Leandro Piccioni con l’ausilio della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio (Emanuele Bultrini – chitarre, bouzouki, Peppe D’Argenzio – sassofoni, Matteo Di Francesco – batteria, Omar Lopez – tromba, Pino Pecorelli – contrabbasso, basso elettrico, Andrea Pesce – tastiere, Pap Yeri Samb – djembè, dum, Raul Scebba – xilofono, vibrafono, percussioni, Marian Serban – cimbalom, Ion Stanescu – violino.)
Musicisti che creano una vera e propria mescolanza con gli artisti sul palco, salgono e scendono, ora musici, ora comparse, ora entrambi.
E’ sta proprio qui l’intero assetto dello spettacolo voluto da Mario Martone, trasmigrando Carmen a Napoli e tingendola con le peculiarità, le sofferenze, le incertezze, il folclore e i colori di questa città porto di culture diverse da sempre.Un’incontenibile Iaia Forte nel ruolo di Carmen, donna che da niente e nessuno si fa comandare incontra un dozzinale, semplice soldatino veneto Cosè egregiamente interpretato da Roberto De Francesco .
Nasce un amore, un’ossessione più di lui che di lei, che dell’amore come vincolo di fedeltà, famiglia proprio non sa che farsene. Per lei il soldatino rinnega i suoi valori, doveri e si abbandona a omicidi, sempre e solo in nome della gelosia. In un cambio scena continuo – ambientato in una Napoli di un’epoca imprecisata fatta di figure ambigue che vivono di espedienti – i protagonisti sveleranno questa storia che si snoda su due tempi quello del racconto al presente e quello passato dell’azione rievocata. Uno spettacolo, un musical, una sceneggiata, un varietà, ecco ciò che è questo spettacolo.
I ritmi sono veloci, i cambi scena a cura Sergio Tramonti, anche. Una serie di parete mobili fa di Carmen, un atto unico in cui lo spettatore rapito dalle musiche, canti e balli, ipnotizzato svela alla fine il suo plauso.Evocano il teatro musicale di Raffaele Viviani, la sceneggiata napoletana, le zarzuela.
I personaggi che ruotano attorno ai protagonisti sono il Tenente Zuniga (Giovanni Ludeno), l’oste Lilà Bastà (Ernesto Maieux), Mercedes (Anna Redi e coreografa), Fraschina (Kyung Mi Lee e violoncello dell’Orchestra di Piazza Vittorio), e ‘O torero (Houcine Ataa) di cui s’innamora Carmen e per gelosia Cosè lo ucciderà, punendo Carmen non con la morte come avviene nell’opera originale, ma con lo sfregio rendendola ceca.
Gli ingredienti del delitto passionale, lo sfregio, la Mala Taverna luogo di perdizione e debolezze, insieme ai personaggi di nazionalità diverse pongono l’accento sulla multiculturalità e complessità di questa città.Ne sono testimonianza i personaggi sul palco, le canzoni i balli, le lingue, una babele del Mediterraneo dal napoletano all’arabo.
Questa è Napoli che ti confonde, ti stordisce, ti prende e ti smonta di valori, di velleità e tira fuori in maniera cruenta l’animo più vero e a volte oscuro che ti alberga.Uno spettacolo apprezzato dal pubblico che non appena esce dall’idea di Carmen di Mèrimèe, applaude senza riserve attori e musicisti, elemento fondamentale di questa rappresentazione multietnica nel palco e nel golfo mistico.
foto : fonte facebook