Percorrendo Spaccanapoli lasciatevi incantare dalle bellezze storiche che la abitano, rimarrete affascinati e colpiti da una terrazza che in primavera diventa protagonista per un’esplosione di glicini o dalle note che spesso provengono dal suo interno, parliamo di Palazzo Venezia quasi sconosciuto fino al 2010.
Questo edificio, Palazzo Venezia ha visto il susseguirsi di eventi storici dal 1412, anno in cui re Ladislao I di Napoli detto il Magnanimo confiscò l’edificio ai Sansevero di Matera donandolo alla Serenissima Repubblica di Venezia, rendendolo sede di ambasciatori e consoli veneti del Regno di Napoli. Inizialmente l’edificio si estendeva dal Convento di San Domenico Maggiore fino ai terreni sui quali nel 1512 fu ingrandito Palazzo Filomarino. Il XV e il XVI secolo furono gli anni d’oro di questo palazzo fino a quando cadde in rovina e sarà solo nel 1610, Giuseppe Zono a restaurarlo per decreto del senato veneto.
In seguito nuovamente ristrutturato per merito di Pietro Dolce, fu abbandonato durante la rivolta capeggiata da Masaniello e l’epidemia della peste che colpì la città di Napoli nel 1656. Fu ristrutturato ancora una volta nel 1688 dopo il terremoto da Antonio Maria Vicenti.
Ebbene Palazzo Venezia detto anche Palazzo della Resistenza sarà per circa quattrocento anni sede dell’ambasciata veneta nel Regno di Napoli, poi dall’ottocento la famiglia nobiliare napoletana Capone acquistò l’immobile apportando ulteriori e nuove modifiche, l’esempio più visibile è la Casina Pompeiana di stile neoclassico che fu costruito sull’onda del clamore degli scavi di Pompei ed Ercolano ma di fatto adibita a coffe-house e camera per concerti data l’ottima acustica. Eretta nel XIX secolo ha colonne doriche e un frontone triangolare soprastante e sul tempietto reca un’iscrizione latina:
“Da molto tempo tu mi sei cara, o casa, ma da quando un orticello si è aggiunto, quanto più cara sei ora al tuo padrone ed io ora posso prendere parte alla vita pubblica o non parteciparvi e allo stesso tempo posso vivere in campagna e vivere in città.”
Il riferimento è al giardino pensile, la cui ridotta dimensione dello spazio verde è conseguente all’espansione del vicino Palazzo Filomarino – si narra che in origine fosse molto più ampio e che comprendesse ben 1500 essenze agrumarie – ma questi versi su esposti fanno comprendere la filosofia cui è ispirata tutta la struttura che trasporta ieri come oggi in un epoca diversa, un viaggio a ritroso nel tempo.
Un tempo fatto di abbandono e ripristino di questo storico edificio ma che solo grazie a Gennaro Buccino, presidente dell’associazione “l’Incanto” è tornata al suo antico splendore, poiché negli ultimi anni ha ospitato e accoglie al suo interno mostre eventi culturali e non solo. La vostra visita sarà completa sola dopo aver visitato la Sala delle Carrozze e quel gioiello inaspettato e nascosto che è la piccola Cappella affrescata. Un’esperienza da non perdere e da ripetere la visita di Palazzo Venezia nel cuore della Napoli più antica.
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