La stella viola in Grecia stenta a brillare, e Sosa si ritrova a gestire undici cavalieri senza armatura
Da una formazione iper offensiva, Paulo Sousa presenta a Salonicco un 5-3-2 appesantendo l’attacco con un Babacar che appare voglioso di fare bene e di dare mano a Kalinic. Centrocampo a tre con Ilicic libero di inserirsi perché coperto da Badelj e Borja e fasce bloccate con Tomovic a destra e Olivera riconfermato a sinistra.
Il serbo corre bene ma ovviamente quando c’è da fare il cross giusto ci mette il suo piedone maleducato e pochi sono i pericoli da destra. Olivera fatica di più in difesa ma sforna cross più interessanti.
La prima fase di gioco, invece di mostrare un calcio spumeggiante e pieno di spettacolo, si rivela una un match molto tattico, chiuso a centro campo, con pochissimi spunti da ambo le parti. La viola sembra aver pagato l’emozione che dà un incontro europeo. Si va negli spogliatoi a reti inviolate, e l’umore della tifoseria dei gigli sembra aver toccato i tacchi. Ma una fievole speranza, in un secondo tempo da spartani, aleggia nei loro cuori.
Ripresa da 300 errori in fase di costruzione della manovra offensiva e si rivela meno bella della prima parte di gioco, con molte poche azioni da segnalare. Baba si trascina vistosamente, dopo aver dato molto ad inizio gara, ma Sousa ignora Zarate, possibile sostituto in attacco, e inserisce Bernardeschi a fare la spalla di Kalinic ma senza risultato alcuno, anzi come una lama a doppio taglio, si è visto il giovane numero 10 vagare alla ricerca di palle giocabili, ma con il risultato che questo sembra perso in un macchinosa manovra di costruzione.
Sulla fascia dentro Tello, e Tomovic si riprende la linea difensiva lasciando i classici spazi agli attaccanti avversari. Insomma niente cambia sul fronte viola con la Fiorentina che non perde in Grecia ma che lascia la terra dei guerrieri si Atene senza una vera e propria identità.
L’unica vera nota positiva arriva da un Badelj che recupera palle in qualità industriale e trova anche il modo di servire assist al bacio, rendendosi protagonista di una prestazione luminosa in una serata fatta di ombre.