Giovanni Allevi e l’empatia partenopea


Giovanni Allevi & Orchestra al Palapartenope di Napoli

Unica data in Campania, Allevi si presenta in triplice veste di direttore d’orchestra, di composer e di pianista nel concerto svoltosi al Palapartenope il 16 dicembre 2016.

Con lui sul palco, l’Orchestra sinfonica italiana, composta da più di quaranta elementi tra archi fiati e percussioni che hanno occupato l’intero spazio scenico mentre il pianoforte restava defilato in un angolo sulla sinistra.

Allevi, infatti, propone una scaletta in cui inizialmente si dedica alla direzione d’orchestra; ben lontano dall’impostazione fisica di Zubin Metha o dal carisma di Riccardo Muti, si presenta in t-shirt, jeans e scarpe sportive, fuori dagli schemi della liturgia della direzione. Stessa scuola, stessa formazione ma enormi differenze caratteriali e di personalità, il M° Allevi apre il concerto con il “Walzer dei fiori” di Tchaikovsky dove l’impeccabile esecuzione della melodia e dell’orchestrazione confluisce in un finale vorticoso; prosegue con un brano della produzione giovanile di Puccini, “Elegia per archi”, eseguito con il quartetto d’archi e senza i contrabbassi in cui, oltre alla melodia struggente e alle armonie raffinatissime, la parte centrale esplicita -secondo Allevi- tutta la modernità del compositore toscano. Si passa, poi, alla ouverture della “Semiramide” di Rossini, che lui considera “il crescendo rossiniano più bello di tutti”.

Solo a questo punto Allevi introduce i suoi brani, eseguendo la “Corale per archi” e “A perfect day”, e finalmente il piano viene posto al centro del palco per “Back to life”, brano del 2006 che il pubblico riconosce fin dalle prime note; l’esecuzione viene interrotta dall’applauso a scena aperta e il maestro -commosso- solleva le dita dai tasti e manda baci al pubblico napoletano, con cui ha saputo creare -in questa come in altre occasioni- un’alchima che rasenta la perfezione, grazie alla quale il pubblico ha tributato il giusto appaluso a brani come “Le tue mani”, “Go with the flow” “Symphony of life” e “Come sei veramente”.

Tre brani natalizi e la chiusura del concerto con la “Romanza in fa maggiore di Beethoven” e con una deliziosa esecuzione del “Te Deum” di Charpentier secondo la rivisitazione di Allevi, che crea un riuscitissimo incontro tra il barocco e il funky. A gran voce il pubblico ha richiesto almeno due bis per questo musicista che ha avuto e continua ad avere il merito di fare divulgazione e promozione del -talvolta- impaludato repertorio classico.

Arriva al grande pubblico, Allevi, e fa il risultato delle vendite perchè ha sdoganato i grandi autori e li ha porti, con garbo, con eleganza e anche con un pizzico di ironia, a chi, ancora oggi, pensa che quel brano sia solo un jingle pubblicitario. Sostituendo, con la dolcezza di un buon maestro di altri tempi, l’emozione della conoscenza alla indifferente ignoranza di molti di noi.

 

 

 

 

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