La matematica non è un opionione, con la spocchia tipica di chi si sente superiore il Sergente Garcia nella conferenza stampa pre-gara aveva sciorinato numeri quasi come se il calcio fosse una scienza esatta, come se per vedere l’effettivo valore delle squadre ci si potesse basare solo su statistiche, l’imprevedibilità è stata messa da parte.
L’imprevedibilità è Benitez, è Higuain, è il San Paolo, è Maradona, tre uomini ed una casa, quattro simboli, 55.000 anime (tanto per dirla con numeri alla mano), la cui somma è impietosamente Napoli 3 Roma 0, con i giallorossi fuori dalla Coppa Italia.
Gli azzurri di giallo vestiti sono in finale, a conclusione di una magistrale opera Spagnola su due confronti secchi, un piano tattico elaborato e ben riuscito senza tanti numeri, senza pensarci troppo come se fosse naturale andare a Roma e prenderne tre (con tanto di foto postata da Gervinho), come se fosse naturale farne due alla difesa migliore d’Italia in un Olimpico diviso tra grande tifo e becero razzismo. Sette giorni di chiacchiere pure dalla sponda capitolina ripagate da un self control non proprio tipicamente spagnolo mostrato dal Napoli e dai suoi tesserati, la parola è del campo, è dei dadi che, sebbene abbiano sulle loro facciate alcuni numeri, una volta lanciati come dicono i “Latini” alea iacta est, hanno duramente affermato la superiorità Napoletana nel doppio confronto.
La bolgia del San Paolo l’arma in più insieme ad una visita a sorpresa che ha scosso Napoli ed i Napoletani. “Olè Olè Olè Diego Diego” , Higuain Gol, Jorgiho Gol, l’unico calciatore al mondo capace di fare due assist dalla tribuna autorità, e rimarcarlo con la mano di D10S a segnare il numero tre (Come Gervinho del resto).
Roma Napoli 5 a 5 e resta ancora un confronto al San Paolo, uno, un numero … dopo tutto la matematica non è un opinione.