Il Doriforo stabiese potrebbe presto ritornare a casa

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Ci eravamo occupati del giallo del Doriforo stabiese ad ottobre scorso quando il Sindaco Gaetano Cimmino aveva lanciato un appello sulla sua pagina Facebook:

“Un’opera d’arte unica nel suo genere. Il Doriforo di Stabiae rappresenta un’autentica perla, un frammento di storia e cultura della nostra terra che ha trovato collocazione negli Stati Uniti, nel Minneapolis Institute of Art.
Secondo le ricostruzioni degli archeologi, la scultura sarebbe emersa dagli scavi della Villa del Pastore, sulla collina di Varano, e non sarebbe mai stato consegnato alle autorità. Mi appello pertanto al Ministro Dario Franceschini affinché ci aiuti a riportare a casa il Doriforo per conferirgli un degno spazio nel Museo Archeologico Libero D’Orsi, di recente inaugurato grazie alla sinergia con il professor Massimo Osanna, oggi direttore dei Musei del Mibact.

Il Doriforo stabiese potrebbe presto ritornare a casa

L’appello lanciato dal primo cittadino della Citta delle Acque non è stato vano. L’indagine è andata avanti ed il Gip del Tribunale di Torre Annunziata ha firmato un decreto di confisca del Doriforo di Stabia oggi esposto al Minneapolis Institute of Art, nel Minnesota (Stati Uniti).
La statua del Doriforo, alta quasi due metri, fu rivenuta nel 1976 durante uno scavo destinato alla realizzazione di un’abitazione abusiva. Senza avvisare la Soprintendenza, la statua fu fatta sparire. Per un certo periodo è stata esposta all’Antikenmuseum di Monaco di Baviera con una targa che indicava la provenienza da Stabia; successivamente, a seguito di segnalazioni da parte di alcuni studiosi che avevano ravvisato l’illecito, la statua fu fatta sparire. Riapparve solo nel 1986 nel Minnesota dove si trova tuttora esposta.

Esulta il Comitato per gli Scavi di Stabia

Oltre alle indagini condotte dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e del Gruppo di Torre Annunziata, a conferma che quella esposta presso il Minneapolis Institute of Art sia esattamente la statua ritrovata a Varano, ci sarebbe una lettera scritta a mano in cui appare chiaro che i funzionari del Museo del Minnesota fossero consapevoli della provenienza illecita della statua. E se ciò non bastasse, Frederica Simmons, funzionaria del Minneapolis Institute of Art con una mail inviata a Gabriel Zuchtriegel, attuale direttore del Parco Archeologico di Pompei, avrebbe confermato la provenienza campana della statua.
L’opera, di inestimabile valore, potrebbe dunque presto ritornare a casa. Esulta il Comitato per gli Scavi di Stabia che auspica il pronto rientro della statua a Castellammare di Stabia dove il Museo Libero D’Orsi presso la Reggia di Quisisana lo attende.

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