Sira al Nuovo Teatro Sanità

NAPOLI – Sul palcoscenico del Nuovo Teatro Sanità, “Sira” del drammaturgo messinese Tino Caspanello.

Comunicato stampa

“Sabato 16 marzo ore 21, arriva per la prima volta a Napoli, sul palcoscenico del Nuovo Teatro Sanità, “Sira” del drammaturgo messinese Tino Caspanello, reduce dalla vittoria del Premio della Critica – Anct 2018 per il Progetto/Festival Write, in scena anche nelle vesti di attore insieme a Tino Calabrò, per la regia di Cinzia Muscolino. Il nuovo lavoro di Caspanello si svincola per la prima volta dal dialetto messinese e utilizza la lingua nazionale per raccontare una storia di mafia, in cui si intrecciano le vite di un professore e di un suo ex allievo, Salvatore ‘o scuru (l’oscuro). In scena due uomini e un appuntamento al buio, che si configura come un incontro all’ultima parola sul ring della vita. Lo spettacolo, prodotto da Teatro Pubblico Incanto, replica domenica 17 marzo alle 18. Info e prenotazioni al 3396666426 oppure all’indirizzo e-mail info@nuovoteatrosanita.it. Il costo del biglietto è di 12 euro, ridotto (under 25 e over 65) 10 euro.

“Sira” è un atto unico che si costruisce come un dialogo tra i due protagonisti, il professore (Tino Caspanello) e il suo ex allievo Salvatore ‘o scuru (Tino Calabrò), punteggiato da lunghi silenzi, come spesso accade nella drammaturgia dell’attesa di Caspanello. A prendere la parola sono soprattutto la suspense, le allusioni e i sottintesi, che raccontano una storia calata nell’ombra. Il professore rivela di essere un uomo solo, senza una casa e una famiglia, di non avere figli né parenti e neppure un cane, e di vivere in una pensione: se ad un tratto dovesse venire a mancare non ci sarebbe nessuno al suo funerale. Mentre il giovane Salvatore viene presentato dal suo insegnante come un allievo profondo e riflessivo: di lui sappiamo solo che lavora col padre che fa il camionista. Nei minuti finali la storia si svela, il motivo dell’incontro è in una brutale confessione: il professore rivela al giovane d’essersi recato una mattina per un suo articolo in un luogo dove, in un attentato dinamitardo, sono morti moglie e figli e di aver scoperto che fra i responsabili poteva esserci il padre di Salvatore. Le parole orchestrate con le pause lasciano intendere che padre e figlio potevano far parte del gruppo armato, che potevano avercela col professore perché testimone di qualcosa di cui non si doveva sapere.

«Un appuntamento al buio. Un appuntamento comandato — racconta Caspanello — e, tuttavia, apparentemente casuale. C’è un ordine da eseguire, una commissione, che si rivelerà essere una specie di iniziazione alla quale non ci si può sottrarre, perché nella logica delle cose, di certe cose, gli ordini vanno eseguiti, soprattutto quando arrivano dall’alto, da un “alto” che, incurante di etiche, affetti, legalità, costruisce il mondo secondo la logica spietata della sopraffazione. Due uomini, uno molto giovane e l’altro adulto, sono i protagonisti di “Sira”. Due generazioni a confronto, al buio, che si guardano come due lottatori su un ring. Vittima e carnefice allo stesso momento. La vita dell’uno dipende dalla scelta dell’altro, una scelta interiore che potrebbe rafforzare, oppure rompere definitivamente, attraverso la disubbidienza, quel tragico filo che ci lega a una cronaca quotidianamente violenta».”

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