Il ministro Lollobrigida ha parlato di sostituzione etnica, un fatto che risale ai tempi di Hitler e Mussolini, mentre il principe Filiberto riporta in auge il simbolo dei Savoia, comprando la squadra di calcio di Torre Annunziata.
Nel frattempo il Senato ha approvato il decreto Cutro sull’immigrazione con 92 voti favorevoli e 64 contrari e ora il provvedimento del governo passa alla Camera, che lo deve convertire entro il 10 maggio. La tensione è altissima non solo tra l’opposizione e il ministro dell’agricoltura per la sua frase infelice, ma anche tra FdI e Lega, perché l’emendamento sulla stretta alla protezione speciale per i rifugiati è stato prima riformulato, poi accantonato, ed infine approvato dopo un’altra modifica. Infatti dopo l’intervento del presidente della Repubblica è stato introdotto nuovamente il riferimento al rispetto dei trattati internazionali a cui l’Italia è obbligata, per evitare i rischi di incostituzionalità, paventati ad Auschwitz.
Dissapori a Palazzo Madama
In particolare a Palazzo Madama sono stati approvati i due emendamenti del governo all’articolo 7, riguardanti i permessi speciali. “Guardate che la partita di calcio non è oggi”, è stato il richiamo del presidente del Senato Ignazio La Russa all’assemblea del senato subito dopo il voto sul disegno di legge perché in aula ci sono stati comportamenti da tifosi, come gli applausi, le esultanze e i cori di “buuuu” di chi manifestava il proprio dissenso al provvedimento. Insomma si sono alzati decisamente i toni nella sacralità dell’aula al Senato.
Le tensioni riguardano l’atteggiamento delle opposizioni nei confronti del governo, ma anche la stessa maggioranza perché la Lega ha chiesto e ottenuto, dopo una trattativa che è somigliata molto ad un braccio di ferro con FdI, di rimodulare l’emendamento sulla protezione speciale, sopprimendo qualsiasi riferimento ai trattati internazionali firmati dall’Italia, che sovrintendono a questa misura. Poi, però, il partito di Salvini è stato costretto a fare marcia indietro su pressione della forza politica della premier Giorgia Meloni.
Questa situazione aveva preoccupato il governo dopo le interlocuzioni dei giorni scorsi a livello di uffici tra Palazzo Chigi e Quirinale, anche se comunque sembra che non vi sia stato nessun colloquio tra Sergio Mattarella e la Presidente del Consiglio sulla necessità di non eliminare i riferimenti ai trattati internazionali, che il nostro Paese ha firmato in materia, per evitare i rischi di incostituzionalità delle nuove misure. Si è pensato che l’assenza del riferimento ai trattati avrebbe portato il capo dello Stato a non firmare il nuovo provvedimento e per questo motivo Palazzo Chigi ha deciso di intervenire, per chiedere la riformulazione dell’emendamento dopo il “pasticcio” che viene addebitato dall’esecutivo ai gruppi parlamentari.
Così, nel pieno della seduta del Senato, la maggioranza è stata costretta a compiere una parziale marcia indietro su uno dei punti più controversi del decreto varato nella seduta del Consiglio dei ministri a Cutro, introducendo di nuovo il riferimento ai trattati internazionali. Il primo firmatario del nuovo emendamento unitario è Maurizio Gasparri, che aveva infatti chiesto di modificarlo pochi istanti prima che lo stesso venisse posto ai voti. La gestazione di questo secondo emendamento non è stata semplice, perché le opposizioni si sono appellate a questioni di forma e procedurali, costringendo il governo a intervenire una seconda volta con la richiesta di accantonare l’emendamento in questione che, solo dopo una attenta lettura e messa a punto, ha potuto avere finalmente il via libera.
La maggioranza appariva compatta, come dimostrava la firma di tutti i gruppi ad un “emendamento canguro”, all’articolo 1, vale a dire un emendamento che una volta approvato avrebbe fatto decadere gli oltre 300 presentati dalle opposizioni. Il presidente Ignazio La Russa ha promosso la sua mediazione con la maggioranza per ritirare il maxiemendamento-canguro, mentre le opposizioni si sono impegnate a evitare l’ostruzionismo, togliendo dal tavolo una cinquantina dei propri emendamenti e limitando gli interventi, in modo da favorire la conclusione dell’esame del decreto. In questo modo si è iniziato ad esaminare il decreto e gli emendamenti finalmente in modo ordinato, anche se sui contenuti le distanze sono rimaste diametralmente opposte tra la maggioranza e le opposizioni.
Secondo le forze di maggioranza il decreto sarà molto utile a contrastare l’arrivo di immigrati regolari, perché i permessi speciali sono il fattore d’attrazione “pull factor”, che inducono migliaia di persone a partire per l’Europa. Dal loro punto di vista le forze di opposizione, con diverse posizioni, sono riuscite però a compattarsi in questa battaglia parlamentare, dichiarando tutte che, negare il permesso speciale a quelli approdati in Italia, significa solo farli uscire dai Centri di accoglienza e renderli irregolari nelle strade delle nostre città.
Un sistema di welfare a favore delle coppie che intendano fare figli
Il ministro Lollobrigida, da parte sua, si è scusato della dichiarazione di sostituzione etnica, dichiarando di non conoscere il piano Kalergi, utilizzato dall’estrema destra sovranista per frenare il fenomeno dell’immigrazione, ma di voler unicamente combattere il fenomeno drammatico del decremento della natalità italiana, per evitare l’abbattimento della popolazione.
Secondo il ministro dell’agricoltura, la prima scelta del governo italiano non può essere avere un numero maggiore di immigrati come vorrebbero alcune forze d’opposizione, bensì costruire un sistema di welfare, che faciliti le condizioni economiche a favore delle coppie che intendano fare figli.
Il ministro Lollobrigida respinge le accuse
Il ministro Lollobrigida respinge le accuse di voler aderire alla teoria della sostituzione etnica, diffusa in Europa dall’ungherese Orban e dal francese Zemmour e in America da Trump, ma semplicemente di voler tutelare i valori italiani, favorendo la nascita di maggiori bambini.
Francesco Lollobrigida, che oltre ad essere ministro, è anche cognato della premier Giorgia Meloni come marito della sorella, si difende sia dagli attacchi di Elly Schlein, segretaria del PD, che lo ha accusato di avere utilizzato parole disgustose da suprematista bianco, che da quelli del leghista Centinaio, che ha parlato di parole brutte.
Aspettando il 25 Aprile
Il ministro cerca di stemperare le polemiche, dicendo di apprezzare le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha dichiarato ad Auschwitz che i fascisti hanno aiutato i nazisti a sterminare i loro popoli e di sperare di tornare in tempo dalle riunioni in Giappone del G7 per partecipare alle celebrazioni della Festa della Resistenza. Difficilmente alla celebrazione del 25 aprile parteciperà il principe Filiberto dei Savoia, che da alcuni mesi è impegnato a riportare la squadra di club del Savoia, dove merita, grazie al suo progetto Casa Reale Holding Spa, che intende rafforzare la squadra di calcio di Torre Annunziata, al momento impegnata nel campionato di Eccellenza, dove recentemente ha conquistato la salvezza.
Il Principe ha dichiarato di voler riportare il Savoia Calcio tra tre o quattro anni in Serie C e poi in B, facendo crescere una grande squadra, ma non solo, perché Filiberto intende pure creare un’accademia sportiva a favore dei giovani. Il progetto, secondo il principe dei Savoia, vuole combattere la criminalità organizzata, togliendo i giovani dalla strada, mostrando loro invece la nobiltà dello sport e del lavoro. L’idea di Emanuele Filiberto è quella di creare un’accademia dello sport giovanile, mettere insieme tanti giovani di Torre Annunziata e di tutto il Sud Italia, per farne un vero vivaio e prendersi cura di loro con borse di studio.
Insomma tra Lollobrigida e Filiberto è evidente che i temi del fascismo e della monarchia sono tornati attuali, anche se entrambi hanno più volte condannato i guasti creati in Italia dal regime di Mussolini e della monarchia sabauda.