Anche quest’ anno ci saranno una serie di eventi dedicati alla Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, violenze fisiche e psicologiche subite in ogni parte del mondo. Assistiamo sempre e con maggiore frequenza ad un dilagare sconcertante del fenomeno. Non è una questione di latitudini ma una vera e propria emergenza sociale, globale.
“La violenza sulle donne è determinata dall’impotenza degli uomini.” Dario Fo.
Partendo da questo assunto di Dario Fo, vogliamo ricordare che questa giornata fu istituita per porre un freno ad un fenomeno diffuso non solo in Italia, ma nel mondo, espressione di un disagio sociale che non può essere tollerato o giustificato. L’Assemblea Generale dell’ONU l’ha ufficializzata con una data scelta da un gruppo di donne, riunitesi nell’ Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, svoltosi a Bogotà nel 1981,in ricordo delle sorelle Mirabal.
Il 25 novembre del 1960 le sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno profuso contro il regime di Rafael Leónidas Trujillo – dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e caos per oltre un trentennio – furono bloccate mentre andavano a trovare i loro mariti in prigione.Furono torturate, massacrate, e strangolate, per poi essere buttate in un burrone con la loro auto, simulando un incidente.
I dati ONU rilevano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un altra persona. Due terzi delle vittime in ambito familiare sono donne. Sono solo 119 i Paesi che nel mondo hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 sul “sexual harrassment” (molestie a sfondo sessuale). Da questa ricerca emerge chiaro, una diffusa pratica di discriminazione in ambito lavorativo tra uomini e donne. I tassi di disoccupazione rimangono più elevati per le lavoratrici, e le donne occupate a tempo pieno percepiscono uno stipendio che oscilla tra il 70% e 90% rispetto ai colleghi maschi. In Italia i dati ISTAT a giugno 2015 rilevano che 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale, il 35% delle donne tra i 16 e i 70 anni, una su tre.
Sono leggermente diminuiti negli ultimi cinque anni le violenze fisiche o sessuali, ma è aumentato il numero dei figli che vi assistono. Sono sorti Centri Antiviolenza sul territorio nazionale con fondi stanziati dal governo per queste strutture e per proteggere le donne vittime. In Italia ci sono leggi per combattere la violenza sulle donne, ma occorre una rivoluzione culturale, a partire dalle scuole. Servono modelli, leggi educazione, protezione.
Molta violenza si agita nel sommerso, non segnalata per paura o scarsa consapevolezza. La violenza domestica è molto più diffusa di quanto si pensi, rimane nella sfera privata invisibile e spesso non denunciata. Con la Legge n. 107 di luglio 2015 è stata introdotta la previsione dell’educazione alla parità tra i sessi nelle scuole di ogni ordine e grado. Sarebbe opportuno, data l’esistenza di una legge che si promuovessero nei programmi scolastici l’educazione a relazioni non discriminatorie ed il rispetto del genere.
Ogni anno in questa data si organizzano eventi e manifestazioni per fermare la violenza sulle donne. Da diversi anni associazioni e istituzioni tentano di sensibilizzare le persone con molte iniziative. Molti comuni propongono dibattiti nelle principali città italiane, organizzati anche cortei. La più importante si svolgerà a Roma il 26 novembre con la manifestazione nazionale #NonUnaDiMeno, manifestazione indetta da tre importanti associazioni: Di.Re. Donne in Rete contro la Violenza, UDI Unione Donne Italiane contro la Violenza e Rete Decido Io, nata nel giugno scorso dopo l’assassinio di Sara Di Pierantonio a Roma. Il corteo romano prevede l’adesione di migliaia di donne, la partenza sarà alle ore 14.00 da Piazza della Repubblica.
A Napoli segnaliamo l’iniziativa “#Svergognati – Un atto d’amore. La violenza contro le donne non è un fenomeno. È un fatto. Di tutti”. Una serie di appuntamenti nella città partenopea dal 19 al 27 dicembre, in più giorni e più luoghi, promossi dall’Assessorato alle Pari Opportunità in collaborazione con gli Assessorati all’Istruzione, al Welfare, ai Giovani e alla Cultura, La Città Metropolitana le 10 Municipalità e gli organismi di parità. Infatti solo in Italia ogni due giorni una donna è uccisa perché vittima di violenza. Un dato allarmante e ci investe tutti, nessuno escluso, colpevoli di non adempiere, evidentemente, nel modo giusto al nostro ruolo sociale.
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