L’accordo di Schengen vede una nuova sospensione.
In data 20 novembre, è stato votato con effetto immediato da parte dei ministri dell’Interno e della Giustizia dell’Ue, il provvedimento che di fatto, porterà ad una sospensione immediata dell’accordo di Schengen.
L’Unione Europea accoglie le richieste fatte dalla Francia (in seguito agli attentati del 13 novembre scorso ha chiuso le frontiere)riguardanti l’articolo 7 dell’accordo, che prevedeva la libera circolazione delle persone all’ interno dei confini Ue con il rafforzamento alle frontiere esterne. Questo permetterà verifiche anche nei confronti dei cittadini dell’Ue, e quindi nessun corridoio dedicato negli aeroporti e porti dell’Ue.
Articolo 7
“Le Parti si adoperano per riavvicinare nei tempi più brevi le proprie politiche in materia di visti al fine di evitare le conseguente negative che possono risultare da un alleggerimento dei controlli alle frontiere comuni in materia di immigrazione e sicurezza. Esse adottano, possibilmente entro l’1 gennaio 1986, le disposizioni necessarie al fine di applicare le proprie procedure relative al rilascio dei visti e all’ammissione sul proprio territorio, tenendo conto della necessità di garantire la protezione dell’insieme dei territori dei 5 Stati dall’immigrazione clandestina e da quelle attività che potrebbero minacciare la sicurezza.”.
La conseguenza sarà un intensificarsi delle operazioni alle barriere di controllo. Non si tratta di una violazione, perché il trattato prevede la possibilità di sospensione da parte degli Stati membri, per un periodo limitato o per specifici motivi.
L’accordo di Schengen e la circolazione delle persone
L’accordo di Schengen, di cui sentiamo parlare in maniera frequente negli ultimi mesi, è stato redatto tra il 1985 e 1996, aveva ed ha come oggetto l’ordinamento della circolazione delle persone, cittadini degli Stati membri che l’hanno sottoscritto (eccetto Gran Bretagna e Irlanda), Stati terzi (Islanda, Norvegia, Liechtenstein), per un totale di ventisei Stati a sottoscrizione diretta più tre (Principato di Monaco, San Marino e Vaticano) che hanno aderito di fatto.
Sospensioni precedenti dell’accordo di Schengen
Già è avvenuto, questa estate quando la Germania aveva reintrodotto i controlli in seguito all’emergenza migrante; solo per pochi giorni e al confine con l’Austria. L’Italia lo fece in occasione dei due G8, Genova nel 2001 e L’Aquila 2009. La Francia nel 2005 in seguito agli attentati che avvennero a Londra nel 2005 e la Norvegia nel 2011 in seguito alla strage di Utoya. E’ avvenuto anche in occasioni di eventi calcistici di grande portata, come in Austria per gli Europei del 2008, volto a regolare il flusso dei tifosi provenienti dalla Svizzera altro Paese che ospitava gli europei di calcio e all’epoca non faceva ancora parte dell’accordo Schengen, come in Polonia per Euro 2012.
Pnr – Passenger name record
A queste misure si affianca anche l’avvio del famoso Pnr, Passenger Name Record, già suggerito dalla Francia dopo gli attentati di Gennaio 2015 a Parigi.
Sarà un data base con dati del passeggero, compresi quelli concernenti i compagni di viaggio,lo stato di salute, la religione, le forme di pagamento che egli utilizza, consultabili dalle forze di sicurezza per un anno. La procedura dovrebbe essere attiva entro la fine dell’anno.
Sis – Sistema Informativo Schengen
Dovrà contenere tutti gli esiti delle investigazioni eseguite sui “ foreign fighters”, cittadini che vanno ad addestrarsi in Medio Oriente e poi rientrano in Patria. Per il traffico d’armi e sul loro commercio, si stanno gettando le basi per una cooperazione tra gli Stati membri, volta ad assistere quelli che confinano con i Balcani occidentali,attuando un maggiore e più capillare controllo nella individuazione del traffico illegale di armamenti.
A inizio dicembre ci sarà una nuova riunione, dove verrà di nuovo affrontato il tema dell’accordo di Schengen, redatto in un momento storico diverso da quello attuale; oggi la sicurezza è l’isola felice cui tutti noi aspiriamo e per le quale sembra, siamo tutti disposti a sacrificare un po’ della nostra privacy e libertà.