Addio a Angelo Del Boca, storico che denunciò i crimini dell’Italia nell’epoca colonialista in Africa. L’Italia durante la seconda guerra mondiale attuò una campagna di colonialismo per volere di Mussolini, nel Corno d’Africa e in Libia. Del Boca denunciò l’uso di gas contro i civili e altre crudeltà dell’Italia colonialista, tutto racchiuso nel suo libro Italiani brava gente.
Del Boca si arruolò nella Repubblica Sociale, staterello fantoccio dei nazisti, per evitare la cattura del padre da parte di questi ultimi. Dopo l’addestramento in Germania, tornò in patria e disertò la guerra nel 1944 e si schierò nella lotta partigiana. A partire dal dopoguerra Del Boca scrisse molte memorie su quello che aveva vissuto. Si iscrisse al Psi e cominciò a collaborare come giornalista per La Gazzetta del Popolo e Il Giorno, che lasciò nel 1981.
Dopo questa parentesi, studiò il colonialismo italiano occupandosi di documentare quel periodo storico. Fu infatti il primo a denunciare le atrocità dell’Italia durante il periodo colonialista in Africa e in Etiopia. Professore di storia contemporanea all’Università di Torino e con tre lauree honoris causa. Scrisse innumerevoli libri sull’Italia del colonialismo, ma il più famoso resta Italiani brava gente, sfatando il mito degli Italiani incapaci di compiere atrocità. Un certosino lavoro storiografico, punto di riferimento ancora oggi per chi vuole approfondire la questione Italia-colonialismo. Lo storico si è spento all’età di 96 anni.