Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha scelto la platea del Vinitaly per annunciare che il governo è al lavoro per l’istituzione del Liceo Made in Italy, una scuola il cui obiettivo è quello di “valorizzare il legame che esiste tra la nostra cultura, i territori e la nostra identità”.
Ma di cosa si tratta?Quali materie saranno privilegiate?
Da prime indiscrezioni sembra che il Liceo Made in Italy sia destinato a privilegiare lo studio delle dinamiche del commercio internazionale e la difesa dei prodotti italiani.Niente latino.
Sì, invece, a moda ed enogastronomia, diritto ed economia politica, informatica e poi ancora materie specifiche a partire dal secondo biennio come “Economia e gestione delle imprese del made in Italy”, “Modelli di business nella moda, nell’arte e nell’alimentare” e Made in Italy e Mercati internazionali”.Sì anche allo studio della Filosofia.
Più nello specifico, nel primo biennio si potrebbe studiare lingua e letteratura italiana, cultura straniera, storia dell’arte, matematica, informatica, scienze naturali, fisica, scienze motorie e sportive, storia e geografia, diritto ed economia politica, religione cattolica (o attività alternativa).Nel secondo biennio la formazione degli studenti, invece, sarebbe diretta verso maggiori conoscenze circa i “principi dell’economia manageriale e i modelli di business, in particolar modo dei modelli di business delle aziende dei settori della moda, dell’arte e alimentare”.
La proposta è una legge delega destinata a finire sul tavolo del ministro Valditara.Molte le perplessità avanzate da tanti, in particolar modo circa la penalizzazione dello studio delle lingue straniere e “l’italianizzazione” delle ore di economia – limiti che potrebbero tradursi in adeguate basi per gli studenti del domani quando poi si ritroveranno ad affrontare gli studi universitari, ma anche il mondo del lavoro.
Di contro, chi sostiene il progetto, ritiene che oggi più che mai è la specializzazione degli studi ciò che conta e l’istituzione di una scuola superiore che miri a difendere il Made in Italy appare come una proficua opportunità.