Alluvioni: l’Italia sempre più a rischio
Con l’arrivo della stagione invernale e l’aumento delle precipitazioni, la sicurezza di molti dei nostri territori (vigliaccamente deflagrati e squassati dall’ abusivismo ed una idiozia urbanistica senza pari) è a serio rischio.
Ne sanno qualcosa gli abitanti di Genova, per gli ultimi disastri; di Torino, per eventi non proprio recenti; ma anche di tutte quelle città del centro-nord che non hanno una struttura, un’urbanistica o addirittura una geologia tale da riuscire a sopportare e sostenere una quantità tale di millimetri di pioggia da comportare disagi e, talvolta, disastri. Gli eventi che, per la seconda volta, hanno devastato la città di Genova sono, da un lato, solamente l’effetto di un problema molto più grande, che riguarda, come detto, la struttura stessa del territorio, la sua gestione e, in generale, il suo dissestamento più scellerato.
Se da un punto di vista politico ed amministrativo essi rappresentano solamente la punta dell’iceberg, dal punto di vista delle persone che subiscono i danni di tali fenomeni (che possiamo definire “naturali” solo a metà) essi non sono che il gradino più basso di una scala che dovranno percorrere nella sua interezza. Cioè, se da un lato è giusto fare il processo agli elementi che hanno causato tali disagi, dall’altro è fondamentale preoccuparsi di come le persone incorse in questo disagio possano uscirne e recuperare il salvabile dal disastro verificatosi.
Quando hanno luogo eventi di questo genere, sono poi necessari dei macchinari particolari per recuperare la situazione e rendere di nuovo vivibili gli ambienti che sono stati invasi dalle acque. Le macchine necessarie a questa operazione sono dette pompe elettriche, che a loro volta possono essere distinte in pompe sommerse o di superficie. Probabilmente vi sarà capitato di sentir parlare di questi oggetti alla riunione di condominio oppure dall’amico che fa l’agricoltore: ebbene, questi strumenti sono realizzati per pompare acqua al di fuori di vani (normalmente dei pozzi) e sono, quindi, necessari nei casi in cui una alluvione allaghi o inondi d’acqua la cantina, i locali situati a livello della strada o i pozzi assorbenti. Uno dei marchi italiani più affidabili all’interno di questo mercato è rappresentato dalla Darf.
L’azienda, con sede a Torre del Greco, proggetta, produce e commercializza pompe sommerse e motori sommersi di grande affidabilità, interamente made in Italy, pensati e realizzati per resistere alle condizioni di lavoro più gravose e usuranti. Darf non è certamente l’unica casa di produzione di elettropompe, anzi. L’Italia ha una splendida tradizione di progettazione e produzione di macchinari di questo tipo, vantando marchi del peso e del prestigio di Lowara, presente nella zona vicentina, Pedrollo, Dab, Calpeda, Caprari, Aturia. Tutti questi marchi rappresentano una delle vette più alte di quella “eccellenza italiana” di cui tante volte si parla a sproposito. L’industria dei macchinari per il pompaggio delle acque rappresenta invece un mercato innanzitutto “necessario”, in quanto consustanziale al mantenimento di quella qualità della vita così faticosamente raggiunto dall’essere umano; dall’altro, nella sua versione Italiana, esso ha una consistenza che, anche e soprattutto dopo la crisi del 2008, rappresenta una vera e propria rarità: decine e decine di aziende in salute, che producono e commercializzano, e che fanno tutto in Italia.