Antonio Megalizzi non ce l’ha fatta – “Tragedia inaccettabile”


Strasburgo – Antonio Megalizzi, il giovane reporter italiano,  ferito durante l’attentato di martedì sera, non ce l’ha fatta; è morto oggi dopo tre giorni di coma.

Antonio era stato colpito alla testa da un proiettile esploso dalla pistola di Chèrif Chekatt, il terrorista ucciso ieri durante un’operazione di polizia.

Condizioni irreversibili e inoperabili”, era stata la sentenza pronunciata dai medici

Antonio, 29 anni, sognava di fare il giornalista, a tempo pieno.

Europeista convinto, persona brillante e determinata, in un messaggio audio raccontava di essere “innamorato dell’Unione Europea”.

Antonio era iscritto alla Scuola di studi internazionali di Trento e collaborava con diversi giornali trentini.

Si trovava a Strasburgo per seguire la plenaria del Parlamento Europeo nell’ambito del progetto Europhonica, una rete europea di radio universitarie.

“Una tragedia inaccettabile”

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato di “tragedia inaccettabile” e di un giovane “vittima dell’odio criminale e del fanatismo”.

I vicepremier Di Maio e Salvini l’hanno definita “una morte assurda” promettendo “impegno affinché non si muoia più così.

Una preghiera lo accompagni in questo viaggio verso il cielo – ha twittato  il Presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani “Ricorderò sempre quella cena a Mezzocorona dove mi parlò dei suoi sogni di giovane giornalista”.

Tanti i messaggi di dolore e di cordoglio che circolano in rete.

Per te sposteremmo le montagne”

Questa la dedica ad Antonio in un struggente ed anonima lettera affissa alla porta dell’abitazione della famiglia Megalizzi, a Trento, in Via Centa.

La lettera continua così: “Se potessi fermare il tempo lo farei per te amico mio, perché i tuoi momenti più belli regalassero ancora ai tuoi giorni una gioia sempre viva. Se potessi prendere i tuoi problemi li lancerei nel mare e farei in modo che si sciolgano come il sale. Ma adesso sto trovando tutte queste cose improponibili per me, non posso fermare il tempo, costruire una montagna, o prendere un arcobaleno luminoso da regalarti. Così Antonio lasciami essere ciò che so essere di più: semplicemente un amico che ti resta vicino”.

 

 

 

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