Atreju, una storia infinita?


L’incontro annuale, divenuto ormai tradizionale di Fratelli d’Italia, partito attualmente di maggioranza relativa nel Parlamento italiano, prende il nome da Atreju, protagonista del romanzo “La storia infinita” del tedesco Michael Ende, volendo richiamare, secondo gli organizzatori, la sua volontà di lottare contro il nulla che avanza.

L’uso del nome Atreju per una manifestazione politica non risulta però essere stato mai autorizzato dall’autore, e tantomeno dai suoi eredi. Infatti Roman Hocke, amico e agente letterario dello scrittore Michael Ende lo ha dichiarato apertamente, in un’intervista a Huffpost.

Questa posizione ferma di Hocke non è comunque riuscita a fare cambiare denominazione alla kermesse di Fratelli d’Italia, che da anni e quindi in modo consolidato, è intitolata al giovane eroe e personaggio di fantasia, Atreju.

La preoccupazione, che assume quasi i contorni di una certezza, per Hocke, è che non si tratti di omaggio, bensì di appropriazione indebita. Anche nell’attuale edizione la polemica non è mancata, anzi forse è diventata più forte. Infatti l’evento mette in risalto la Premier Giorgia Meloni, ritenuta da parecchi commentatori al momento la donna più influente d’Europa, ed è ripartito in questo 2024, che sta per concludersi al Circo Massimo di Roma, senza risolvere la questione.

L’evento dal punto di vista etico e culturale è giudicato da Hocke incompatibile con i valori di Michael Ende, scomparso nel 1995, e del suo capolavoro “La storia infinita”, perché il libro, divenuto successivamente anche pellicola cinematografica, aveva un messaggio di apertura e di inclusione.

La storia infinita può essere considerato un romanzo complesso, che sfugge alla classificazione in un genere specifico, anche se diversi critici e ricercatori lo identificano con il fantasy fiabesco.

Questa scelta sembra supportata dallo stesso Ende, che pure aveva espresso l’idea di estendere la dizione fiabesca Märchenroman, ad un genere di romanzi già ampiamente diffuso.

In realtà, a prescindere dalla varietà di denominazioni adottate al romanzo, queste sono tutte in qualche modo afferenti alle fiabe classiche. Si passa da “fiaba morale” a “fiaba per adulti”, da “fiaba fantastica”, a”fiaba di formazione”, infine a “fiaba moderna”.

Nella poetica di Ende le fiabe occupano il posto più rilevante, ma questo suo genere di produzione non può essere considerato in modo semplicistico letteratura per ragazzi, bensì un settore più complesso, pensato sicuramente per bambini, ma anche per adulti. In effetti si possono applicare all’opera diverse chiavi di lettura, perché “La storia infinita” presenta valori e contenuti, che oggettivamente sembrano non solo diversi, ma anche inconciliabili con quelli di una forza politica di destra.

Hocke ha dichiarato di non ritenere giusto che un partito qualsiasi si appropri di un’opera d’arte, come sicuramente può essere considerata ‘La storia infinita” di Michael Ende, peraltro per questioni meramente di parte. L’esecutore testamentario di Ende ha studiato la questione a fondo, ma il caso sembra essere complesso e di difficile soluzione, anche perché sono coinvolte ben tre legislazioni, l’italiana, la tedesca e quella comunitaria, tutte da ritenere in collegamento con il diritto d’autore.

Hocke cerca di capire come il diritto d’autore possa tutelare l’opera nel suo complesso, ma si rende conto nello stesso tempo di come sia molto complicato offrire una determinata protezione solamente ad un nome di un personaggio, come appunto quello di Atreju.

Secondo Hocke l’autore non voleva assolutamente essere coinvolto in politica, pur essendo stato in vita sempre molto vicino alle idee del Spd e ai Verdi, senza però nessun coinvolgimento diretto nelle forze politiche, socialista e ambientalista. Michael Ende andava dicendo spesso in vita le testuali parole : “Sono un artista e scrivo per tutti, perché la cultura al contrario della politica unisce e non divide”.

Quindi secondo Hocke, l’autore della “Storia infinita’” se fosse ancora vivo non sopporterebbe minimamente l’accostamento della sua opera ad una forza politica di destra come fratelli d’Italia.

La manifestazione del partito di Giorgia Meloni è nata nel 1998, tre anni dopo la morte di Ende, e oltre ad essere uno dei fondatori della kermesse l’attuale presidente del consiglio e leader di FdI diede il via alla prima edizione, che inizialmente era collegata al Fronte della gioventù.

Attualmente questo evento non è più semplicemente un’iniziativa dei militanti della sezione giovanile del partito, ma da tempo è diventata una manifestazione che coinvolge diversi esponenti politici, di tutti gli orientamenti, e un momento di confronto e scambio di opinioni tra i diversi partiti presenti nell’agone italiano e non solo.

Il nome Atreju è stato preso appunto dal protagonista di “La storia infinita”, libro di Michael Ende da cui è stato tratto anche il celebre film girato nel 1984., perché secondo gli organizzatori Atreju rappresenta l’esempio di un giovane impegnato nel confronto quotidiano contro le forze del Nulla, contro un nemico che logora la fantasia della gioventù, e ne consuma le energie, spogliando di valori e ideali, sino ad appiattire le esistenze. In realtà la stessa accusa di escapismo rivolta al libro può essere fatta pure agli organizzatori del convegno.

La Fuga o evasione dalla realtà può essere foriera di problemi e percepita come noiosa, anche perché sembra messa in atto nel tentativo si cercare rifugio dalla complessa quotidianità nell’immaginazione o nel divertimento. L’ escapismo in effetti è una forma estrema di svago, spesso ottenuta attraverso metodi ricreativi, il cui scopo è solo quello di estraniarsi da una realtà, nei confronti della quale si prova un profondo disagio.

Il popolo di Atreju nella seconda settimana di dicembre ha avuto tra gli ospiti illustri della manifestazione, l’ex leader comunista ed ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, così come Paolo Bonolis e Pietrangelo Buttafuoco, rappresentati autorevoli di un altro tipo di professionalità nel mondo dello spettacolo e del giornalismo.

In questo periodo di avvicinamento alle festività di fine anno la ricreazione dai temi dell’attualità è assicurata con l’animazione del presepe e l’accensione dell’albero di Natale, mentre il dibattito politico ferve dalla leader di Fratelli d’Italia e Premier, passando in precedenza dagli interventi dei leader delle forze alleate di governo, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi e Antonio Tajani.

Il ministro e segretario della Lega Matteo Salvini non è in presenza, ma risulta collegato in video conferenza direttamente da Milano, perché deve risolvere le questioni interne del congresso lombardo del suo partito.

Quest’edizione del 2024 sembra essere ancora più sfarzosa delle precedenti, perché ha richiamato anche importanti media internazionali, come il New York Times, una testata degli Emirati Arabi, e tantissimi giornalisti argentini, attirati dalla presenza del loro presidente, l’esuberante destrorso libertario Javier Milei.

Dopo l’intervento della passata edizione e soprattutto dopo aver sconfitto due volte in pochi giorni il fondatore Beppe Grillo nelle votazioni interne di quesiti piuttosto rilevanti per i pentastellati, ritorna ad Atreju anche il presidente del M5S, Giuseppe Conte, mentre risulta ancora assente Elly Schlein, la segretaria del Partito democratico, che risulta avere un atteggiamento diverso, anzi completamente opposto, di quello del suo predecessore Enrico Letta, nei confronti dell’evento.

Sono presenti in questa settimana pure il leader di Azione Carlo Calenda e i presidenti delle giunte regionali di Emilia Romagna e Puglia Michele De Pascale e Michele Emiliano, entrambi esponenti autorevoli del PD. Nei dibattiti sulle questioni riguardanti l’attualità il tema più caldo è sicuramente quello della vertenza Stellantis, e a rappresentare l’azienda, che per decenni è stato il fiore all’occhiello della famiglia Agnelli è stato invitato il responsabile delle relazioni industriali Giuseppe Manca, messo a confronto, sia con il ministro delle Imprese, Urso, che con il presidente di Confindustria, Orsini.

Oltre ai politici sono presenti diversi artisti, a prescindere se si possa ritenere un’espressione di fede politica o semplicemente solo una manifestazione di cortesia nei confronti di un invito. Tra gli artisti ci sono la cantante Nina Zilli, e le attrici Maria Grazia Cucinotta e Martina Stella, ma anche lo youtuber Cicalone, noto per i video sulle periferie romane.

Ovviamente non è potuta mancare la responsabile autorevole di fratelli d’Italia, nonché sorella dell Premier, Arianna Meloni, che ha voluto assolutamente partecipare al dibattito sulla parità di genere, per confrontarsi su un argomento piuttosto sensibile e delicato, anche alla luce dell’aumento dei femminicidi in Italia, con l’ex deputata del PD Paola Concia.

 

 

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