I giudici milanesi del caso Ruby ter hanno disposto una perizia nei confronti di Silvio Berlusconi per accertare le sue condizioni di salute e la sua capacità di partecipare al processo. Secondo i giudici l’ex presidente del Consiglio avrebbe presentato dall’inizio del processo troppe istanze di legittimo impedimento per i tanti ricoveri al San Raffaele, sempre poco prima delle udienze.
Tremolada, “c’è posta per te”
Berlusconi ritiene un affronto la richiesta di perizia psichiatrica nei suoi confronti e scrive una lettera di due pagine al presidente del Tribunale di Milano, Marco Tremolada, nella quale chiede che si proceda alla celebrazione del processo in sua assenza, un processo che secondo il suo avvocato storico Niccolò Ghedini, non avrebbe mai dovuto svolgersi e che ora andrà avanti con una decisione che lede in modo irrimediabile il diritto dell’imputato a partecipare.
L’ex premier è imputato per corruzione in atti giudiziari con altre ventotto persone, tra cui molte Olgettine accusate anche di falsa testimonianza. Una condanna della settima sezione penale del Tribunale di Milano metterebbe definitivamente fuori gioco la candidatura di Berlusconi alla presidenza della Repubblica, un obiettivo che il fondatore di Forza Italia coltiva da tempo e che intende rilanciare con la decisione, che è tutta politica, di non volersi sottoporre a nessun tipo di perizia per trasformare le sue difficoltà giudiziarie in un gesto di grande combattimento nel campo della corsa al Quirinale.
Secondo i suoi calcoli sui 505 voti dei grandi elettori necessari per ottenere la maggioranza assoluta nella votazione a camere riunite e con la presenza dei delegati regionali, come prevede la Costituzione attuale, ne mancherebbero solo una trentina al raggiungimento del suo scopo. Chiaramente una condanna nel processo Ruby ter renderebbe vano il lavoro di recuperare i voti necessari, al quale si starebbe dedicando alacremente.
Silvio Berlusconi non lascia, anzi raddoppia
Berlusconi nella lettera dichiara di ritenere la richiesta di perizia medica, ma anche psichiatrica, altamente lesiva della sua dignità, onorabilità e storia personale, fatta di tanti risultati straordinari ottenuti nell’imprenditoria, nello sport e nella politica con le sue creature Mediaset, Milan e forza Italia.
I giudici avevano fissato per lunedì prossimo l’inizio degli accertamenti medici su Berlusconi, ma con la rinuncia alla perizia decade il presupposto dell’impedimento e il Tribunale di Milano può fissare una nuova data del processo senza la presenza del più importante degli imputati.
Nella lettera Berlusconi risponde alle osservazioni sui continui rinvii chiesti per le sue condizioni di salute per problemi cardiaci e strascichi del covid, affermando testualmente che ci sono stati “toni e modi davvero inaccettabili nei confronti miei e dei medici che mi hanno visitato“.
Il suo partito si stringe attorno a lui con le dichiarazioni a sua difesa di tanti autorevoli esponenti e forte è il suo desiderio di partecipare attivamente agli ultimi giorni della campagna elettorale per il turno amministrativo del 3 e 4 ottobre, ma soprattutto di tornare in scena in campo europeo, intervenendo al Meeting del Ppe all’hotel Excelsior di Roma per parlare dei temi internazionali del momento, dalla crisi pandemica alle questioni spinose dell’Afghanistan e del Medio Oriente con i rapporti diventati più complicati con gli alleati storici americani, che rinsaldano il valore della sua vecchia amicizia con Putin.
Insomma Silvio Berlusconi, parafrasando la trasmissione del suo amico Mike Bongiorno, non lascia la politica, ma anzi raddoppia la posta, puntando all’unico obiettivo che finora ha mancato nella sua carriera stratosferica di fondatore e ancora leader di forza Italia, la presidenza della Repubblica.
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