Come si Svolge il Conclave: Il rituale segreto dell’elezione Papale


Il conclave è la riunione del Collegio cardinalizio della Chiesa cattolica per eleggere il nuovo papa, e indica anche il luogo dove si svolge questa riunione.

Il termine “conclave” deriva dal latino “cum clave”, che significa “(chiuso) con la chiave” o “sottochiave”. L’origine di questo nome per l’elezione papale risale al 1270. In quell’anno, gli abitanti di Viterbo, all’epoca sede papale, esasperati dalle lunghe indecisioni dei cardinali, li rinchiusero a chiave nel salone principale del palazzo papale e scoperchiarono parte del tetto. Questa azione drastica mirava a forzare i cardinali a eleggere rapidamente un nuovo pontefice, ruolo che infine fu assunto da papa Gregorio X. Viterbo ha commemorato questo evento nel 2016 con l’inaugurazione di un nuovo allestimento che ne rievoca le vicende.

Tuttavia, il primo papa a essere eletto “cum clave” fu papa Gelasio II.

La sua elezione avvenne il 24 gennaio 1118, quando fu scelto all’unanimità dai cardinali riuniti nel Monastero di San Sebastiano sul Palatino. Questo luogo segreto e chiuso al pubblico fu scelto appositamente per evitare interferenze esterne nella selezione del successore di Pietro, in un periodo storico segnato dalla lotta per le investiture.

Il termine “conclave” evoca un’atmosfera di solennità, segretezza e attesa. Ma al di là del mistero che lo avvolge, il conclave rappresenta il cuore del processo di successione al soglio di Pietro, un rito millenario che affonda le sue radici e che oggi continua a plasmare il futuro della Chiesa Cattolica.

Oggi, il conclave si svolge nella maestosa Cappella Sistina, un luogo intriso di arte e storia. Alla morte o alla rinuncia di un Papa, il Collegio Cardinalizio si riunisce a Roma per le Congregazioni Generali, momenti di preghiera, riflessione e discussione sulle sfide della Chiesa e sui profili dei possibili candidati.

L’ingresso in conclave è un rito solenne: i cardinali elettori, in processione, varcano le porte della Cappella Sistina, che vengono immediatamente chiuse a chiave. Da quel momento, un rigoroso isolamento dal mondo esterno.

Ogni cardinale esprime la propria preferenza su una scheda anonima, che viene poi deposta in un’urna con un solenne giuramento. Lo spoglio delle schede è un momento di grande attenzione, seguito dalla verifica dei revisori.L’esito di ogni votazione è comunicato al mondo esterno attraverso un segnale semplice ma eloquente: la fumata dal comignolo della Cappella Sistina. Il fumo nero annuncia che non si è raggiunta la maggioranza qualificata dei due terzi, mentre la tanto attesa fumata bianca, accompagnata dal suono festoso delle campane di San Pietro, proclama l’avvenuta elezione del nuovo Pontefice.

Segue quindi il rito dell’accettazione da parte dell’eletto e la scelta del nome pontificale. Infine, il cardinale decano si affaccia dal balcone della Basilica di San Pietro per pronunciare l’annuncio più atteso: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!”

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