Nel consueto appuntamento delle 14:45, il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in apertura ha affrontato la questione della campagna vaccinale.
De Luca fa chiarezza sulla questione dei vaccini
“Non è chiaro a molti cittadini che siamo in guerra. Si sta a casa!” – ha detto De Luca – “In ogni condominio c’è un concittadino che muore, per farvi intendere. Venticinquemila contagi e 400/500 morti ogni giorno in Italia. Non siamo in una condizione di ordinaria amministrazione. Siamo in guerra!”
Fatta questa premessa il governatore ha chiarito che la campagna di vaccinazione è destinata esclusivamente a:
- personale socio-sanitario;
- residenti nelle RSA;
- ultra 80enni;
- fasce deboli.
Ai quali viene somministrato il vaccino Pfizer o Moderna.
Esiste poi una seconda fascia determinata dal Governo che comprende:
- mondo della scuola;
- forze dell’ordine.
Ai quali viene somministrato l’AstraZeneca.
Ora, i problemi sono:
- “del vaccino Pfizer mancano le forniture. In Campania solo la”fascia debole” è costituita da un milione di cittadini;”
- “l’altro problema è legato alla somministrazione dell’AstraZeneca. Negli ultimi giorni si è diffusa una sorta di ingiustificata psicosi. I vaccini AstraZeneca sono stati somministrati a milioni di cittadini in Europa. E’ vero si sono verificate conseguenze anche gravi, ma si tratta di poche decine di casi e non sappiamo ancora se le conseguenze sono scaturite esclusivamente dalla somministrazione dei vaccini o siano derivate da altre patologie.”- ha spiegato il presidente De Luca.
Il piano della Campania
Il governatore della Campania ha chiarito anche la strategia che la Campania intende adottare per “concludere questo calvario entro la fine del 2021″.
Il primo passo da compiere è quello di approviggionarsi anche di altre forniture, oltre a quelle già citate. Ciò naturalmente, previa approvazione dell’AIFA e prediligendo quelle monodose come quelli della Johnson & Johnson.
Il secondo passo da compiere è quello di vaccinare tutti, ma non per categorie, per fasce di età. Dopo gli ottantenni, si passerà ai settantenni, ai sessantenni e così via. La scelta di procedere per categorie genera caos. Seguendo le fasce di età si evitano confusioni e discriminazioni.