I giovani vogliono ritornare in pista, ballare il sabato sera in discoteca. Un permesso negato dal premier Draghi, che nella giornata di ieri ha approvato il Green Pass, ma non per le discoteche. Ancora chiuse, dunque, le sale stroboscopiche. Chiusura che costa caro a chi, di discoteca, ci vive: più di 2000 imprese, 50mila dipendenti e un fatturato da 5 miliardi di Euro (dati aggiornati al 2019). I gestori dei locali hanno capito il periodo delicato in cui si trovano, per il quale è impossibile garantire sicurezza in un luogo come la discoteca. Migliaia di lavoratori stagionali come dj, musicisti, ballerini e addetti alla sicurezza non si sentono tutelati dal Governo.
I gestori non hanno più entrate praticamente da quando è cominciata la pandemia (se escludiamo la parentesi di Luglio). I gestori di sale da ballo all’aperto e al chiuso dovranno stringere ancora un po’ “la cinghia”, non si sa ancora per quanto tempo, però. Lo Stato non sa ancora dare risposte concrete. Chiesti una serie di ricorsi al TAR per annullare il nuovo DPCM, che impone ancora la chiusura delle discoteche.
Ma la riapertura è davvero la cosa giusta da fare? Certamente i rischi sono tanti, tra i quali frequenti assembramenti, situazione che ancora non possiamo permetterci: fare finta che il Covid non ci sia, non fa altro che aumentare esponenzialmente i contagi, con comportamenti irresponsabili.