“Sono qui perché gli italiani lo hanno chiesto”. Con queste parole Mario Draghi si presenta al Senato per il voto di fiducia. Fiducia che però non arriva. Sono solo 95 i sì che il premier riesce a racimolare tra i vari partiti. Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Lega non votano: la maggioranza, ancora una volta, non c’è. A questo punto Draghi domani si recherà al Quirinale per un ennesimo incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che a questo punto dovrà accettare le sue dimissioni.
Dall’esito del voto di fiducia si evince un’unica chiave di lettura comune: andare alle urne. A questo punto la palla passa al presidente Sergio Mattarella, che potrebbe tentare un ultimo tentativo nel far ripetere il voto di maggioranza, o altrimenti sciogliere le Camere. Enrico Letta scrive su Twitter: “Gli italiani dimostrino alle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”. Un’ulteriore conferma che i partiti vogliono questo: invocare le urne.
Draghi non ottiene la fiducia: si va alle urne?
Quando si andrà al voto? Non è ancora chiaro il momento in cui gli italiani saranno chiamati a votare, due potrebbero essere le date: 25 settembre oppure 2 ottobre, in quanto, secondo l’articolo 61 della nostra Costituzione “Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti”. Si attende cosa succederà domani, quando Mario Draghi si recherà ancora una volta al Quirinale da Sergio Mattarella.