Le forze antisistema presenti alle elezioni politiche del 25 settembre sono soprattutto Italia Sovrana e popolare di Rizzo ed Ingroia e Italexit di Paragone.
Ritorno alla lira e neutralità
La forza politica del giornalista propone “un’uscita immediata” dalla Nato e dall’Unione Europea e il conseguente ritorno alla lira. È contraria all’invio di armi all’Ucraina, alle sanzioni alla Russia ed è convinta che la guerra si fermi solo “attraverso la creazione di veri tavoli diplomatici di confronto”. Vuole che l’Italia diventi “la Svizzera del Mediterraneo”, uno Stato totalmente neutrale.
Aumento delle pensioni e revisione del sistema del reddito di cittadinanza
Italexit punta a ridurre il cuneo fiscale, aumentare i salari e revisionare il reddito di cittadinanza. Chi percepisce il sussidio, voluto dal suo ex partito dovrà rendersi disponibile a lavorare appena viene chiamato, anche con 24 ore di preavviso. Dopo tre rifiuti, perderà per sempre il reddito di cittadinanza, proprio come avviene nel resto degli altri Paesi europei. Sono numerosissime le proposte del partito di Paragone per il mondo del lavoro, articolate ognuna per le varie professioni, ma il minimo comun denominatore è la contrarietà a ogni forma di flessibilità dei contratti. “Il contratto non standard deve tornare a essere un’assoluta eccezione” Sul fronte pensioni, invece, viene ribadita la volontà di abolire la legge Fornero e di portare le pensioni minime a 900 euro per tutti.
Rottamazione delle cartelle esattoriali e aliquota fissa per le imprese che producono Made in Italy
Italexit vuole eliminare il pareggio di bilancio dalla Costituzione e attuare una politica economica fortemente espansiva per sostenere le imprese e fronteggiare il problema delle delocalizzazioni. Ha in programma di abolire il tetto all’uso del contante e di riportare sotto il controllo del ministero del Tesoro la Banca d’Italia. Nei 122 punti di questo programma piuttosto lungo si ritiene anche che debbano tornare al controllo dello Stato asset strategici come le strade, le autostrade, le comunicazioni, l’acqua e l’energia. Si punta a creare una banca pubblica e ad applicare le aliquote fiscali in uso oggi in Irlanda, Lussemburgo e altri paradisi fiscali riconosciuti dall’Unione europea. Per le imprese che producono Made in Italy si prevede un’aliquota fissa al 15%, mentre per tutti i contribuenti è prevista la rottamazione delle cartelle esattoriali degli ultimi 3 anni. Italexit, tra le varie misure, inserisce nel suo programma l’impossibilità al pignoramento della prima casa, l’abolizione del numero chiuso all’università e la possibilità di introdurre monete fiscali, come ad esempio il modello super bonus, che va difeso e rilanciato con modalità strategica e quindi pluriennale.
Commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid e stop all’immigrazione clandestina
Italexit vuole istituire una commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid e si dice fortemente contraria sia all’uso del Green Pass, che all’obbligo vaccinale. Propone il risarcimento per tutti i cittadini sospesi ingiustamente dal lavoro così come deve avvenire per tutti coloro che hanno avuto reazioni avverse a causa del vaccino. Pensa di reintegrare tutti quelli che sono stati sospesi dal lavoro perché non si sono voluti vaccinare e ai quali Italexit condonerà le multe e le sanzioni ricevute durante la fase acuta della pandemia. Intende far uscire l’Italia dall’Oms, un organismo ritenuto ormai obsoleto e caratterizzato da troppi interessi finanziari, che ne limitano l’autonomia e l’autorevolezza.
Italexit, che nella lista comprende anche parecchi esponenti no vax e di CasaPound, intende fermare l’immigrazione clandestina, che è uno dei motivi principali dell’aumento della criminalità nel nostro Paese. L’idea è quella di bloccare le partenze dalle coste del Nord Africa, utilizzando una forza internazionale di pace e di assistenza umanitaria di almeno 50.000 uomini, che operi sotto l’egida dell’Onu e con il supporto del governo libico. Italexit vuole modificare le attuali leggi in materia di controlli sia fiscali, che di aderenza dei prodotti alle normative interne, per controllare le attività gestite dagli immigrati e contrastare la criminalità straniera attraverso un piano di assunzioni immediate, che riguardi tutte le forze dell’ordine.
Ambientalismo
Secondo Italexit non può esistere ambientalismo senza sovranismo, ossia deve essere l’Italia, in quanto Stato sovrano, a porre dei limiti per gli impianti industriali, a cercare processi più sostenibili, e a bonificare i siti industriali dismessi, istituendo anche un’agenzia ad hoc. Italexit vuole rendere obbligatorio l’accantonamento, da parte delle imprese a rischio ambientale, di un fondo vincolato e blindato di riparazione dei danni ambientali. Paragone è contrario alla privatizzazione di acque e risorse naturali e si propone di difendere gli animali, scoraggiando gli allevamenti intensivi, e di creare consapevolezza nei cittadini sui loro impatti sull’ambiente e di conseguenza nelle vite di tutti. Per affrontare la crisi del gas Italexit ha realizzato un piano strategico, per rendersi il meno possibile vincolato a forniture esterne, sfruttando le risorse energetiche di cui il Paese dispone.
Diritti e poteri ai cittadini
Per quanto riguarda la Costituzione e le proposte di un suo superamento sostanziale Italexit è favorevole a una modifica, che consenta ai cittadini di esprimersi sui trattati internazionali attraverso lo strumento del referendum. Ritiene urgente cambiare il sistema di elezione del Csm, per superare il correntismo. Paragone propone, infine, di disciplinare il procedimento interno per l’esercizio della facoltà di recesso dall’Unione europea mediante un apposito referendum consultivo.
Anche Italia Sovrana e popolare vuole restituire ai cittadini diritti e poteri, cercando la pace anche attraverso la revoca delle sanzioni alla Russia. I leader Rizzo e Ingroia ribadiscono di essere una forza politica anti sistema, dichiarandosi fortemente contrari all’agenda Draghi, in analogia con Italexit di Paragone. Ma la differenza sostanziale con Paragone è nello slogan : “Torniamo alla Costituzione”, che a dire di Rizzo e Ingroia è stata violentata e sfregiata dai governi Conte e Draghi, che sono stati entrambi espressione di interessi non nazionali, con il Parlamento italiano ridotto a tappetino del potere esecutivo.
Come Italexit Italia sovrana e popolare difende la libertà di decidere di non vaccinarsi, evitando la criminalizzazione dei no vax. L’Italia secondo Rizzo e Ingroia non doveva sostenere l’Ucraina, ma assumere il suo ruolo tradizionale di Paese ambasciatore di pace, revocando le sanzioni alla Russia, per essere riconosciuto come Paese interlocutore e smascherare Zelensky, come pedina in mano alla Nato, che vuole la guerra più dello stesso dittatore Putin. Secondo l’ex magistrato Ingroia, che ora esercita la professione di avvocato, la manovra del dossier americano sui partiti finanziati da Putin anche in Italia, è solo un mezzo propagandistico e ricattatorio nei confronti dei tantissimi italiani favorevoli ad eliminare le sanzioni alla Russia, per favorire la ripresa dell’economia italiana. Italia sovrana e popolare è per la conversione della misura del Reddito di cittadinanza, che non può essere per i giovani disoccupati un sostegno perenne, ma solo un mezzo per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro.
Ingroia ci tiene a sottolineare la bontà della scelta di candidare al Parlamento la famosa attrice Gina Lollobrigida, di recente protagonista di un brutto incidente al femore, perché lo ritiene un giusto riconoscimento e non una trovata pubblicitaria per fare conoscere Italia sovrana e popolare. Ingroia è consapevole della grande notorietà dell’attrice, che sta contribuendo molto a fare conoscere la nuova formazione politica, ma tiene ad evidenziare che la Lollobrigida non è stata sfruttata, perché, nonostante i suoi 95 anni, l’attrice è perfettamente lucida e decisa a portare avanti il programma del partito ,per restituire dignità e sovranità ai cittadini italiani.