Vittorio Feltri ha, ancora una volta, pesantemente insultato i meridionali. Lo ha fatto durante la trasmissione “Fuori dal coro” su Rete 4, condotta da Mario Giordano. Il giornalista si è di nuovo lasciato andare ad affermazioni gratuite di stampo razzista sostenendo, tra l’altro, che i meridionali “non soffrono di complessi di inferiorità, in molti casi sono inferiori“.
Caso Feltri: si muove l’Ordine dei Giornalisti
Il direttore di Libero è ormai un caso, che si trascina da anni. Ma stavolta le sue esternazioni hanno superato il livello di guardia tanto che l’Ordine dei Giornalisti, oltre ad avviare un procedimento disciplinare nei suoi confronti, ha deciso di adire le vie legali sul presupposto che nel suo comportamento possa ravvisarsi un “danno di immagine” dell’intera categoria dei giornalisti italiani.
L’Odg censura anche il comportamento di Giordano
L’Ordine dei Giornalisti censura anche il comportamento del conduttore, Mario Giordano, che non si è dissociato dalle parole di Feltri durante la trasmissione. In merito esiste un preciso obbligo deontologico, sancito anche dalla Cassazione, come ha dichiarato al sito dell’Ordine il presidente del Consiglio nazionale OdG, Carlo Verna: “Credo che il nostro codice preveda una sorta di fattispecie di ‘incauta ospitata‘ a carico dei conduttori delle trasmissioni che pure saranno deferiti ai Consigli di disciplina qualora non si dissocino fermamente come la Carta dei doveri dei giornalisti esige. Esiste l’obbligo dell’intervistatore televisivo di intervenire se possibile nel corso dell’intervista, quantomeno interloquendo, chiedendo precisazioni, chiarendo, quando il caso, che quello espresso è solo il punto di vista dell’intervistato, se si rende conto che il dichiarante sta eccedendo i limiti della continenza”.
Per Feltri anche denunce civili e penali
Inoltre, il senatore e giornalista Sandro Ruotolo e lo scrittore Maurizio De Giovanni hanno annunciato di voler procedere nei confronti di Feltri in sede civile e penale per tutelare “i diritti fondamentali delle persone della Campania e del Meridione d’Italia gravemente lesi” dalle frasi del giornalista. Un’azione giudiziaria basata sulla legge 25 giugno 1993, n. 205 (nota come legge Mancino) che condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali ma applicabile, in generale, anche a tutti i casi di manifestazioni di odio anche verbale nei confronti delle persone (hate speech nel linguaggio della Rete).