L’agenzia internazionale di valutazione del credito Fitch Ratings, una tra le più influenti al mondo, ha confermato il rating BBB per l’Italia, con outlook negativo (ossia le prospettive per il futuro). Nulla sembra cambiato dall’ultima valutazione, ma l’agenzia rimane abbastanza critica sulla situazione del nostro Paese sostenendo che questo risultato è dovuto all’alto livello del debito sovrano e a un sistema bancario debole.
La nota
Gli analisti hanno evidenziato come la coalizione al governo crei una dubbia incertezza che in qualche misura incide negativamente sulle politiche economiche.Le tensioni tra i due partner di governo, Lega e Movimento Cinque Stelle, potrebbero portare, nell’analisi dell’agenzia, a votazioni anticipate nella seconda metà dell’anno in corso. La coalizione che potrebbe prendere il posto dell’attuale governo, continua il documento, potrebbe essere quella di centro-destra, con la Lega che potrebbe tornare agli accordi precedenti con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Inoltre continua la nota per il prossimo futuro si prevede “un potenziale moderato al rialzo per la sostenibilità del debito a medio termine nel caso in cui un nuovo governo sia più stabile e un orizzonte di pianificazione più lungo faciliti un certo aggiustamento fiscale, nonché un mix di politica di sostegno più prevedibile e di crescita”. Per ciò che concerne il rapporto con l’Unione europea Fitch dice di augurarsi che la maggioranza di governo mantenga sotto controllo le “antipatie” già mostrate verso l’euro e Bruxelles.
Il discorso di Giovanni Tria
Ieri il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, all’apertura dell’anno accademico all’università di Tor Vergata, ha affermato che la soluzione per l’Italia non può essere la rigida applicazione delle regole europee. Infatti queste ultime “approvate in fretta quasi un decennio fa possono funzionare durante periodi di crescita ma non rispondono alle esigenza di far fronte al veloce rallentamento”, ha affermato il ministro. Quindi, nel momento in cui si dovesse registrare una contrazione, come quella in atto, le risposte dovrebbero essere diverse. La legislazione attuale invece “impedisce aggiustamenti discrezionali delle politiche finendo con l’agire in direzione prociclica se non strutturalmente deflattiva”.Secondo il titolare di via XX Settembre, il progetto di Unione europea ha “bisogno di puntare a qualcosa di più grande” piuttosto che guardare solo alle regole fiscali e ai tecnicismi.