Per non dimenticare
Ricorre oggi il giorno del ricordo dedicato alle vittime delle Foibe, le cavità naturali del Carso in cui furono gettati i corpi di migliaia di persone durante e dopo la Seconda guerra mondiale.
“Non esistono martiri di serie A e vittime serie B“, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini durante la cerimonia di celebrazione della ricorrenza – “I bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali.Non esiste un però per Auschwitz e un però a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri. Farò tutto quello che sarà in mio potere da vicepresidente del Consiglio perché su tutti i banchi di tutte le scuole italiane la storia non si fermi, perché non ci siano stragi dimenticate. Per questo faccio affidamento su insegnanti su donne su uomini educatori liberi che portino in classe il passato affinché il futuro non riproponga mai orrori simili”.
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10 febbraio, Giorno del ricordo. Domani alle 10.30 sarò a Basovizza per onorare la memoria dei nostri connazionali massacrati dai comunisti nelle foibe, colpevoli solo di essere ITALIANI.
P.s. Provo schifo per chi a sinistra, dopo 70 anni, ha il coraggio di negare, vergognatevi! pic.twitter.com/y8vmcWOMMb— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 9, 2019
Perché non ci siano piú in Italia morti di serie A e morti di serie
Onore, ricordo e preghiera per i Martiri delle #foibe, noi non dimentichiamo. #10febbraio #GiornodelRicordo pic.twitter.com/WiF4ng2WM4— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 10, 2019
Quello delle foibe fu un tragico eccidio – si stima abbiano perso la vita oltre 300mila persone.
I massacri delle foibe inferti alla popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia avvenero durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra (1943-1945), da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA.
Al massacro delle foibe seguì l’esodo giuliano dalmata, ovvero l’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, territori del Regno d’Italia prima occupati dall’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia.
Si stima che i giuliani, i fiumani e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone.
(Foto da Wikipedia – post Salvini da Twitter)