Gene Wilder, una vita con il sorriso

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Ci lascia il 29 agosto, Jerome Silberman, in arte Gene Wilder, fu attore, regista, scrittore e sceneggiatore statunitense

Aveva 83 anni ed era molto malato di Alzheimer, una malattia tenuta nascosta, per i bambini, ecco il vero motivo da come ci svela il nipote:

un atto di riguardo verso quei bambini che hanno sorriso e lo hanno chiamato Willy Wonka. Non avrebbe potuto sopportare di esporre i bambini ad una malattia da adulti o creare difficoltà o preoccupazione che avrebbero spinto a prendere subito un aereo. Semplicemente, non poteva sopportare l’idea che nel mondo potesse esserci un sorriso in meno“.
Aveva un cuore grande, una dolcezza infinita, “era uno dei veri grandi talenti del nostro tempo. Ha inondato tutti i film che abbiamo fatto insieme con la sua magia e mi ha benedetto con la sua amicizia“, ecco le parole del collega e amico con cui spesso ha collaborato: Mel Brooks.
Figlio di immigrati ebrei russi, dopo la laurea si trasferì in Inghilterra per studiare recitazione alla Bristol Old Vic Theatre School e imparò la scherma, che gli servì al ritorno in patria per sopravvivere.
Perchè la scelta di Gene Wilder? Gene era il nome di sua madre, cognome come segno di stima e ammirazione verso lo sceneggiatore Thornton Wilder.
Iniziò a esibirsi nei teatri locali, per poi approdare all’ Actors Studio e fece una comparsata in Gangster Story.
Il primo ruolo da protagonista sul grande schermo arriva con il film “Per favore, non toccate le vecchiette” di Mel Brook, con cui inizia una fitta collaborazione, nel 1974 “Mezzogiorno e mezzo di fuoco“, “Frenkenstein Junior” scritto in collaborazione che fu di grande successo.
Uno dei ruoli più importanti arriva con “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” di Mel Stuart, tratto dal romanzo di Rohal Dahi e “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere)” di Woody Allen, in cui interpreta uno degli episod più divertenti.
Fra gli altri film di successo ricordiamo alcune sue scenografie: Il fratello più furbo di Sherlock Holmes , Il più grande amatore del mondo I seduttori della domenica, La signora in rosso, Luna di miele stregata, di cui fu anche regista, poi Non guardarmi: non ti sento, regia di Arthur Hiller, Murder in a Small Town, regia di Joyce Chopra, The Lady in Question, regia di Joyce Chopra.
Fu anche doppiatore e scrittore, dal 1998 a 2016, ebbe tre mogli, l’ultima morì nel 1989 con un tumore alle ovaie, così l’attore fondò il Gilda’s Club, a sostegno della ricerca contro il Cancro.
Noi siamo i creatori della musica, noi siamo i creatori anche dei nostri sogni“.

Fonte foto web

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