I 5 stelle vogliono diventare socialisti

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La possibilità concreta che i deputati grillini aderiscano nel Parlamento europeo al gruppo S&D, Socialisti & Democratici, scatena un terremoto politico. Il gruppo dei Socialisti & Democratici è il secondo gruppo per grandezza, dopo il PPE, partito popolare europeo, nel Parlamento ed è formato da tutti i partiti socialisti delle nazioni dell’Unione Europea, e nel quale sono predominanti per numero di eurodeputati la Spd tedesca, il Psoe spagnolo e il PD, che copre l’assenza di un partito socialista italiano.

Il fatto politico più grave

Il segretario Enrico Letta sta lavorando, ma senza fretta, per l’adesione degli otto parlamentari europei del movimento 5 stelle nel gruppo, ma deve fronteggiare le contrarietà di molti esponenti del suo partito, oltre quella del minuscolo partito socialista italiano di Nencini e Maraio.   Ma il fatto politico più grave dell’annuncio, fatto peraltro non dal presidente del movimento Conte, bensì dal ministro degli esteri Di Maio, di diventare socialisti è l’allontanamento immediato dal gruppo europeo di S&D del leader di Azione, Calenda.

Carlo Calenda, che fu eletto nel Parlamento europeo nel 2019 con una formazione collegata al PD, ha poi lasciato il partito e fondato Azione dopo la nascita del governo giallorosso in Italia, ha colto un mese fa un brillante successo alle elezioni comunali di Roma e ora ha deciso di lasciare il gruppo socialista europeo per aderire a Renew Europe, fondato nel 2018 dall’attuale presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron.

Nel gruppo Renew Europe c’è anche il partito Italia viva di Matteo Renzi, con il quale è facile prevedere per Calenda una nuova forte collaborazione dopo quella degli anni precedenti, per creare magari una grande forza di centro nella politica italiana. I più preoccupati nel PD per l’ingresso dei 5 stelle nel gruppo socialista europeo, sono la vicesegretaria Irene Tinagli e l’esponente garantista Giuliano Pisapia, che teme l’esasperato giustizialismo dei grillini.

Il capo gruppo Brando Benifei ammette che si è aperta una discussione formale con i 5 stelle e che ci sono le condizioni per aprire alla loro adesione perché sono usciti dal movimento gli antieuropeisti e ormai da tempo gli eurodeputati pentastellati votano allo stesso modo del gruppo socialista.

“Ora anche in Italia…”

L’adesione invece di Calenda a Renew Europe viene accolta dal plauso dei renziani e di quello del partito più Europa di Bonino e Benedetto Della Vedova, ma il più felice di tutti è Sandro Gozi, che partecipò nel 2018 alla creazione di Renew Europe e che, ha organizzato in questi giorni al Maxxi di Roma il debutto italiano del gruppo. Gozi è felice di annunciare l’arrivo di Calenda, che porta a quota cento eurodeputati il gruppo Renew di ispirazione liberal democratica e ormai terza forza politica consolidata del Parlamento europeo, dichiarando testualmente che : “ora anche in Italia può nascere un raggruppamento liberal democratico con Italia viva, Più Europa e Azione, aperto alla collaborazione con ulteriori forze e senza veti”.

Calenda però per il momento si schernisce e dice di voler fare l’identico percorso delle elezioni comunali di Roma, girando tutta l’Italia per recuperare adesioni al suo partito, senza coinvolgere gli altri leader di centro Renzi e Bonino, ma anche Mastella, Tabacci e Rotondi, che però sono tutti molto interessati alla nascita di una nuova e grande formazione politica.

A Calenda risponde l’ex segretario del PD Nicola Zingaretti, che dice testualmente : “Calenda sbaglia nel merito e nel metodo, non se ne può più di diktat e veti”.

5 stelle, saranno pure diventati socialisti, ma…

Letta sottoscrive le parole di Zingaretti, ma nei contatti europei con Gentiloni si preoccupa più della conferma dell’esponente democratico David Sassoli alla presidenza del Parlamento europeo che dell’adesione dei 5 stelle nell’euro gruppo S&D, sulla quale anzi cerca di frenare, in attesa della formalizzazione della richiesta ufficiale di ingresso, da parte del movimento.

Insomma Grillo e Di Maio saranno pure diventati socialisti, ma dopo aver pesantemente insultato in passato il PSI e poi anche diversi esponenti del PD, come nel caso di Bibbiano, un poco di anticamera la devono fare prima di avere il nullaosta definitivo al completamento di un processo di maturazione e affidabilità politica, che è cominciato con la nascita del governo giallorosso alla fine dell’estate del 2019.

 

 

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