Il Papa all’Angelus ricorda il terremoto dell’Irpinia del 1980


Sono trascorsi 40 anni da quella sera in cui la Campania e la Basilicata furono colpite da un incubo durato 90 interminabili secondi.  Il 23 Novembre 1980 alle ore 19,35 un magnitudo del decimo grado della scala Mercalli (6,9 della scala Richter) rase al suolo alcuni comuni dell’Irpinia e del Potentino. Il Papa, stamani, all’Angelus, ha ricordato quei terribili momenti.

“Un pensiero speciale  alle popolazioni della Campania e della Basilicata a quaranta anni dal disastroso terremoto”

“Desidero inviare un pensiero speciale alle popolazioni della Campania e della Basilicata a quaranta anni dal disastroso terremoto che ebbe il suo epicentro in Irpinia e seminò morte e distruzione”, ha detto il Santo Padre.

Quell’evento drammatico le cui ferite anche materiali non sono ancora del tutto rimarginate, ha evidenziato la generosità e la solidarietà degli italiani. – ha aggiunto il Pontefice – Ne sono testimonianza tanti gemellaggi tra paesi terremotati e quelli del nord e del centro i cui legami ancora sussistono queste iniziative hanno favorito il faticoso cammino della ricostruzione e soprattutto la fraternità tra le diverse comunità della Penisola”.

Terremoto del 1980: Morti, feriti e interruzione delle telecomunicazioni

La Campania e la Basilicata furono le regioni maggiomente colpite. Morti, feriti e tantissime famiglie rimaste senza un tetto. A far visita ai terremotati giunsero Papa Giovanni Paolo II ed il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

L’entità del sisma non apparve subito drammatica.   L’interruzione totale delle telecomunicazioni impedì di lanciare l’allarme. Soltanto a notte inoltrata e nella mattinata del 24 novembre, tramite un elicottero, vennero rilevate le reali dimensioni del disastro: interi nuclei urbani erano stati letteralmente cancellati.

Secondo i dati di Wikipedia, il terremoto dell’Irpinia del 1980 causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.

 

(Foto pubblica dalla pagina Facebook Papa Franceso I – Jorge Mario Bergoglio)

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