Le emozioni, le difficoltà, le sfide di uno studente fuorisede. Stefano Maiolica in “Il sole in valigia” offre al lettore, attraverso le voci di Matteo e Teresina, una prospettiva intergenerazionale molto toccante
Edito da Sperling & Kupfer, Il sole in valigia ha per protagonista Matteo, un giovane studente salernitano che si trasferisce a Milano. Durante il suo viaggio in treno, lungo ben 812,28, Matteo racconta la sua vita degli ultimi anni ed in particolare racconta delle difficoltà nel lasciare la sua città natale e di quelle incontrate nel trovare un alloggio a Milano ed ambientarsi in una città troppo diversa da quella in cui è cresciuto, seppur affascinante e ricca di opportunità, senza trascurare le difficoltà nel mantenere legami che sembravano indiscutibili.
Il romanzo si sviluppa attraverso il dialogo con Teresina, un’anziana donna che sale sul treno alla stazione di Napoli Centrale. Matteo, all’inizio è infastidito dalla sua presenza; vorrebbe viaggiare ascoltando della musica, in perfetta solitudine. Teresina, invece, è loquace, seppur discreta.
“Una voce dolce e tremolante interrompe i miei sogni. Tolgo le cuffie, alzo lo sguardo e davanti a me trovo una signora anziana, sulla settantina, con i capelli grigi, corti e con in mano il biglietto del treno rigorosamente stampato. L’idea che nell’era digitale ci siano ancora persone che stampano i biglietti mi fa sorridere. Indossa un maglioncino di lana viola e ha uno scialle nero ricamanto a mano appoggiato sulle spalle. Una collana di perle le avvolge il collo mentre ai lobi brillano due cerchi d’oro molto, molto vistosi. Sotto i grandi occhiali da vista tondi spuntano due occhi azzurri chiarissimi strizzati per controllare attentamente il biglietto.
“Giovanotto, ti ho chiesto se è questo il 12B!”
Una parte di me, una parte bella grande, avrebbe voglia di mentirle per poter tenere il posto libero fino a Milano…”
Teresina ricorda un po’ il Grillo Parlante di Pinocchio. E’ un richiamo alla coscienza, tant’è che la conversazione tra i due rivela fin da subito profondi sentimenti, offrendo al lettore una prospettiva intergenerazionale molto toccante. Il viaggio di Matteo lungo 812,28 Km, grazie all’incontro con Teresina, assume un valore diverso: non sará solo uno spostamento fisico, ma un percorso interiore di crescita e di scoperta.
Il sole in valigia, una storia di crescita personale e di resilienza
Con una scrittura snella, senza troppi fronzoli, Stefano Maiolica noto anche come @unterroreamilano, offre una lettura coinvolgente che consente numerosi spunti di riflessione, in particolare sulla discriminazione ed il pregiudizio che ancora oggi si ritrovano ad affrontare i meridionali in un contesto settentrionale, oltre che sullo sfruttamento della manodopera degli immigrati.
“Nel giro di pochi giorni mi ritrovai a spaccarmi la schiena insieme a un gruppo di rumeni dalla stazza imponente che io ho rinominato giganti, tutti sudati e incredibilmente spaventosi. Ero l’unico italiano e anche quello più piccolo, sia di età sia di stazza; quindi me ne stavo tutto il tempo in disparte. Il lavoro era semplice: dovevamo arrivare in questi posti, spesso chiusi al pubblico, spostare tutto quello che c’era all’interno in un’altra zona e riempirli con degli oggetti pesantissimi che arrivavamo attraverso dei grandi furgoni bianchi.
A comandare me e il gruppo di giganti c’erano spesso delle tipe sofisticate, con la puzza sotto il naso che a stento ci guardavano in faccia. Una volta una di loro, sentendomi parlare, disse ad alta voce: “Ah, ma ora li prendono anche italiani?” e tutti scoppiarono a ridere.
Quella frase mi fece sentire davvero di merda, umiliato, ma uno dei giganti che lavorava con me mi guardò e mi disse con un accento straniero: “Questa è imbecille. Non ti preoccupare!”
Il sole in valigia è dunque una storia che parla di cambiamento, di crescita personale e di resilienza. Maiolica, attraverso le vicissitudini di Matteo, offre anche una guida alla città di Milano, città che viene descritta come una donna affascinante e difficile, che inizia a mostrare la sua anima nascosta solo dopo un periodo di conoscenza e perseveranza.
Un libro per tutti, ma consigliato soprattutto ai giovani che vivono l’esperienza del fuorisede e a chiunque sia interessato ad una storia di crescita personale e di scoperta.
Buona lettura!
P.S. Naturalmente, come ogni terrone che si rispetti, Matteo in valigia non mette solo il sole, ma mozzarelle, conserve e l’immancabile moka.
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