L’emergenza dell’coronavirus ci porta indietro nel tempo, ai tempi delle grandi epidemie
Il genere umano è molto vulnerabile – e lo è sempre stato – nei confronti di misteriose malattie che poi diventano epidemie globali. Se davvero si tratta di una “zoonosi”, questa malattia infettiva trasmessa dagli animali (serpenti e pipistrelli) o sfuggita da chissà dove, l’emergenza coronavirus mi fa tornare indietro nel tempo.
Alla base della Morte Nera, ovvero la Peste derivata dall’infezione da Yersinia pestis, che decimò la popolazione europea fra il 1346 e il 1353 (cc. 20 milioni di vittime) vi fu una “zoonosi”. Venne trasmessa dai parassiti che abitavano i corpi umani, pulci e pidocchi che – a loro volta – risiedevano sui ratti.
Un certo tipo di ratti (topi del Mar Nero), che le navi mercantili e da guerra trasferivano in Occidente dal vicino Oriente. Quella pandemia – che si replicherà periodicamente nei secoli – ebbe il primo focolaio in Mongolia/China, poi in Siria, nei Balcani ed ogni dove del Vecchio Continente. Il Mondo ne uscì, che non era più uguale a prima, nella cultura, nei poteri, nel sentimento di Dio, nell’arte, nei razzismi, nei confini.
L’ignoranza nella storia delle epidemie induce a pensare che il genere umano crede di essere quasi immortale. Non lo siamo! Un’altra epidemia o peggio, una pandemia, non è una cosa irreale, ora è qua e ha bussato alla nostra porta!
Una “zoonosi” fu alla base anche della più “recente”peste “manzoniana”, quella che fece strage dal Nord Italia alla Toscana fra il 1629 e il 1633, ancora pulci e pidocchi e migliaia di morti. Anche a seguito di quel contagio mutarono gli assetti sociali, economici e politici.
Poi fu la volta del colera ottocentesco e del vaiolo settecentesco. Il grande “influenza spagnola” fra il 1918 e il 1920 porta via 100 milioni di vite.
La tentazione è quella di scrivere che la Storia si ripete, purtroppo! Lo faccio solo per metà, perché il timore di una pandemia c’è, ma contemporaneamente non devono e non possono ripetersi le stragi del passato, quando per salvarsi c’erano soltanto le mascherine a becco d’uccello.
Adesso siamo nel XXI secolo, la malattia quindi è più moderna, ma dobbiamo ricordare che la malattia non sa distinguere le geografie, le frontiere, i benesseri. Dobbiamo combattere con ogni mezzo, rimanere tutti uniti per la nostra salvezza. Non dobbiamo dimenticare o ignorare il passato, ma rimanendo umani e uniti si può contenere il contagio!
Non sarà semplice, non è mai semplice, ma dobbiamo tenere i nervi saldi e comportarci con razionalità! Dobbiamo mettere in pratica il buon senso, le buone norme di igiene personale (lavare e disinfettare spesso le mani) e le precauzioni (restare a casa)!