Le contraddizioni italiane finiscono in Europa


Le elezioni europee hanno rafforzato Fratelli d’Italia e Partito democratico come primo e secondo partito, ma hanno cambiato gli equilibri nella coalizione del governo Meloni, perché Forza Italia supera la Lega, sfiorando la doppia cifra, nel solco di Silvio Berlusconi.

La lista Alleanza Verdi e Sinistra a sinistra conquista una buona affermazione, ottenendo un lusinghiero 6,7% dei consensi, mentre il Movimento 5 stelle, si ferma al 9,9%, avviando una seria riflessione interna, perché il risultato è definito “deludente” dallo stesso presidente Giuseppe Conte.

Europa, le due vincitrici delle elezioni

Se Conte e Salvini non possono sorridere e Tajani si può ritenere soddisfatto, le due vincitrici delle elezioni sono sicuramente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein

La presidente del Consiglio ha fatto delle Europee un test su se stessa e sul governo che guida, e la prova è stata superata con quasi il 29% dei consensi, in un contesto proporzionale, ma che può essere considerato di ripresa del bipolarismo italiano, destra sinistra.

Fratelli d’Italia porterà con questo importante dato elettorale ben venticinque deputati all’Europarlamento, diventando così la prima delegazione per consistenza all’interno del gruppo parlamentare Ecr, i Conservatori europei. Ora Giorgia Meloni deve affrontare due sfide, quella di tenere unita la maggioranza di governo e l’altra di incidere nella trattativa sui “top job” dell’Unione europea, vale a dire la scelta dei presidenti del Parlamento europeo, della Commissione, del Consiglio e dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri.

Il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, è riuscito ad andare contro ogni aspettativa degli osservatori e forse del suo stesso partito, perché Forza Italia non solo sopravvive alla morte di Silvio Berlusconi, ma raggiunge altri due obiettivi importanti, la doppia cifra con un 10% circa dei consensi e il superamento della Lega di Matteo Salvini, ferma a meno del nove per cento.

Antonio Tajani può essere soddisfatto come segretario di Forza Italia, perché mantiene la maggioranza nello spazio politico che esiste fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, permettendosi addirittura di parlare di raddoppio del consenso, dichiarando testualmente : “Arriveremo al 20% alle prossime politiche”. Per quanto riguarda la lega, il segretario Salvini non parla di sconfitta, ma di una sostanziale tenuta del suo partito, esprimendosi in questo modo : “Ci davano per morti, ma siamo vivi e capaci da quarant’anni e lo saremo per altri quaranta”.

Il segretario Salvini difende in questo modo il risultato raggiunto dalla Lega, il 9%, persino superiore, seppure di poco, all’8,9% delle ultime Politiche, dato indicato dal leader come la vera asticella da superare, per evitare la sconfitta elettorale. Però se non si guardasse alle percentuali, ma solo ai numeri assoluti, la lega in effetti ha perso un patrimonio di ben 400000 voti dalle ultime elezioni politiche di settembre 2022.

La candidatura di Vannacci

Il generale Roberto Vannacci con la sua candidatura ha dimostrato di valere da solo un quarto dei voti del partito, raccogliendo addirittura circa mezzo milione di preferenze. Ora Salvini ha il problema di cercare di rimanere unito con gli alleati del governo nazionale anche in Europa, nonostante l’appartenenza delle varie forze di centro destra a famiglie politiche completamento diverse.

Oltre Alleanza Verdi e Sinistra, il PD è l’unico partito a guadagnare voti rispetto alle ultime politiche, sia in percentuale che anche in termini assoluti, passando da 5,3 a 5,6 milioni di voti con un ragguardevole 24% di consensi e ben ventuno eurodeputati.

Il partito di Elly Schlein avrà in questo modo la delegazione più numerosa all’interno dPer i Democratici sono i giorni dell’unità nella vittoria e la segretaria del PD può godere adesso di una rinnovata legittimazione nel suo partito, che la rende più audace nella sfida contro la presidente del Consiglio, lasciandosi andare addirittura all’espression

Schlein ora può sfruttare la sua nuova posizione di forza all’Interno del centro sinistra, per lanciare un chiaro messaggio al Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte, con le testuali parole : “Speriamo che il risultato di questi giorni abbia convinto tutti, che non è più tempo di divisioni e di veti, non ne abbiamo fatti e non vogliamo subirne, senza la comunità democratica non c’è alternativa possibile”.

In effetti il Movimento 5 stelle è andato piuttosto male, ottenendo il peggiore risultato degli ultimi anni, che peraltro risulta più o meno lo stesso di Forza Italia, un 9,9% che per uno zero virgola li lascia persino al di sotto della doppia cifra. Un risultato da loro stessi definito “deludente” davanti al quale, il leader Giuseppe Conte avrebbe addirittura ventilato l’ipotesi di dimissioni dalla presidenza del movimento.

Un fatto davvero clamoroso, perché negli anni precedenti le dimissioni sono state evocate pubblicamente solo da Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto fondatore dei cinque stelle assieme a Beppe Grillo. La percentuale deludente del voto proporzionale ha fatto rinverdire nel movimento il dibattito sul limite del doppio mandato, che ha lasciato fuori dalle liste praticamente tutti gli esponenti più noti e autorevoli dei cinque stelle.

Alleanza Verdi e Sinistra, lista formata dal partito di Nicola Fratoianni, assieme a quello di Angelo Bonelli, ottiene invece un grande risultato, festeggiando il dato importante del 6,7% di voti validi, con oltre mezzo milione di preferenze in più rispetto alle ultime politiche. F

Fratoianni e Bonelli considerano vincente la scommessa fatta sulla candidatura di Ilaria Salis, professoressa arrestata in Ungheria, che ha portato alla lista Alleanza Verdi e Sinistra circa 113000 preferenze al settentrione e nelle isole.

Ora i leader di Verdi e Sinistra, gli unici a non candidarsi alle europee assieme a Conte e Salvini, chiedono con forza che i partiti dell’opposizione al governo Meloni si organizzino meglio, con la formazione di un tavolo politico, che raccolga le loro istanze. Vanno molto male alle elezioni europee Stati Uniti d’Europa e Azione, dimostrando di averci rimesso tanto in termini di risultati con il divorzio tra Matteo Renzi e Carlo Calenda.

In effetti hanno perso entrambi, perché la lista di scopo Stati Uniti d’Europa, composta da sei forze politiche, vale a dire, Italia viva, Più Europa, Psi, Italia c’è, radicali e una lista europeista, ha mancato clamorosamente la soglia di sbarramento del 4 percento, ottenendo solo il 3,8%, soprattutto con un dato molto deludente nelle due Circoscrizioni del settentrione.

Azione non è riuscita ad aggregare altre forze e si è fermata al 3,3%. Nella sconfitta di Renzi e Calenda sono tante le accuse reciproche su chi abbia la colpa dell’unità mancata, che ha determinato la pesante conseguenza di lasciare le due forze centriste, entrambe fuori dall’Europarlamento. Per quanto riguarda i singoli candidati delle liste c’è chi sembrava rimasto fuori e alla fine invece è risultato eletto come Marco Tarquino, candidato indipendente, pacifista e cattolico nel PD.

L’elenco dei “boccati eccellenti”

Molti altri personaggi non sono riusciti nella raccolta di preferenze e non andranno al Parlamento europeo. In effetti l’elenco dei “bocciati eccellenti” è lungo, da Vittorio Sgarbi ad Alessandra Mussolini, passando per Vincenzo Sofo, l’eurodeputato uscente, marito della nipote dell’importante esponente politica della destra francese Marine Le Pen, non figurano tra i 76 italiani eletti. Ci sono poi le vittime dello sbarramento, che nonostante un risultato personale positivo non sono riuscite ad ottenere l’elezione, semplicemente perché la lista a livello nazionale è rimasta sotto il quorum del 4%.

Per esempio, nonostante un elevato numero di preferenze, circa 42000 sono rimasti fuori Enzo Maraio, avvocato di Salerno e segretario nazionale del psi e Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, entrambi candidati con gli Stati Uniti d’Europa, l’alleanza elettorale di Matteo Renzi ed Emma Bonino. Anche i due leader di Italia viva e Più Europa sono entrambi fuori dal Parlamento europeo, perché la lista Stati Uniti d’Europa si è fermata ad un passo del quorum con circa il 3,8%, raccogliendo comunque più voti del 3,35% di Azione delll’ex alleato centrista Carlo Calenda.

Tra le liste rimaste fuori dal parlamento ci sono pure “Pace terra e dignità” del giornalista Michele Santoro, che raccoglie il 2,21%, “Libertà” del sindaco di Taormina Cateno De Luca, che nonostante metta insieme una ventina di sigle, raggiunge solo l’1,22% e Alternativa popolare del sindaco di Terni, Bandecchi, con una percentuale da prefisso telefonico.el gruppo parlamentare dei Socialisti europei, addirittura davanti al Psoe spagnolo.

Sull’elezione di Tarquinio c’è stata a lungo incertezza per i problemi avvenuti nello spoglio in alcune sezioni di Roma, ma alla fine il giornalista romano, ex direttore del quotidiano dei vescovi Avvenire, prevale sull’altra esponente di spicco presente nella lista del PD, Alessia Morani. Il critico d’arte, ed ex sottosegretario alla Cultura del governo Meloni, Vittorio Sgarbi è stato inserito a sorpresa nelle liste di Fratelli d’Italia, ma con poco meno di 23000 preferenze non è riuscito ad essere eletto e non tornerà in Europa neppure Alessandra Mussolini, eurodeputata uscente in corsa questa volta con Forza Italia-Noi moderati, che ha ricevuto solamente 7.645 voti nella circoscrizione meridionale e 7.282 in quella centrale.

Questi sono numeri bassi sono chiaramente insufficienti per tornare nel Parlamento di Bruxelles. Anche Renata Polverini, l’ex presidente della Regione Lazio e già deputata azzurra era candidata nell’Italia centrale con Forza Italia, ma solo 10205 elettori hanno scritto il suo nome sulla scheda, più della Mussolini, ma comunque insufficienti per l’elezione. Vincenzo Sofo, l’europarlamentare passato dalla Lega a Fratelli d’Italia, marito di Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen raccoglie solo 8090 voti nella circoscrizione Nord-Ovest, praticamente solamente circa un quarto delle preferenze di cinque anni fa, quando seppe sfruttare bene l’onda elettorale della Lega, partito che prese addirittura circa un terzo dei voti validi a livello nazionale.

Neanche Claudio Borghi, leghista che si dichiarò contrario all’euro, andrà a Strasburgo. Il senatore della Lega, di recente è stato pure al centro di tante polemiche per aver chiesto le dimissioni del presidente della Repubblica, oltre che aver proposto un disegno di legge contro l’obbligo di esporre bandiere europee dai palazzi pubblici, e ricorda di essersi candidato soprattutto per dare una mano in un momento importante del suo partito senza nessuna possibilità di elezione e di aver raggiunto comunque il traguardo di circa 10000 preferenze.

Prende meno di 3000 preferenze invece il famoso personaggio televisivo, Alessandro Cecchi Paone detto “Cecchi” o “Pavone” secondo quanto dichiarato in campagna elettorale, candidato come la moglie di Mastella con la lista di Renzi e Bonino, Stati Uniti d’Europa. Michele Santoro, candidato in tutte le circoscrizioni, ha ottenuto circa 160000 preferenze, ma la sua lista rimane abbondantemente al di sotto della soglia di sbarramento, così come il contenitore Libertà di Cateno De Luca, che supera di poco l’un per cento dei voti validi. Infine resta senza seggi anche il partito di Stefano Bandecchi.

Alternativa popolare, che si ferma allo 0,39%, con l’1,84% conquistato però in Umbria. Ma il sindaco di Terni esalta il 9,48% ottenuto nella sua città, che considera comunque, un grandissimo risultato politico, perché lo conferma leader indiscusso nel suo territorio.

 

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