Le questioni mondiali di Tajani

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Mentre si svolgono i mondiali di calcio in Qatar con tante polemiche per il mancato rispetto dei diritti civili, il nuovo ministro degli esteri si è trovato ad affrontare il tema degli immigrati, che è sfociato persino in una crisi diplomatica con la Francia.

Tajani è convinto di averla risolta, perché ha dichiarato che la questione migratoria è un fatto enorme, che non riguarda solo l’Europa e che nell’ultima riunione con i ministri competenti di Serbia, Kosovo e Malta si è discusso del decreto flussi anche per risolvere il problema dei 90000 migranti, che sono arrivati in Italia.

Secondo il ministro degli esteri non si deve perdere di vista una visione  generale più ampia, che riguarda la stabilità dei Balcani e dell’Africa tutta. Le previsioni dicono che gli africani saranno tre miliardi nel 2050, praticamente un terzo della popolazione mondiale, e bisogna innanzitutto fare in modo che le condizioni materiali migliorino, per evitare che per fame si scappi dai loro paesi per andare in Europa.

Misure concrete per un’immigrazione legale

Dunque sono necessarie misure concrete per favorire un’immigrazione legale, che va assolutamente concordata con le imprese, stabilendo regole chiare a favore dell’entrata di persone extracomunitarie, che possano riuscire a lavorare nei paesi europei in modo conveniente.

Tajani ha proposto all’Europa un impegno di almeno 100 miliardi, da spendere con una strategia ben precisa  ed è necessario in questo senso che il governo assuma un ruolo decisivo  anche nella prospettiva di rafforzare la presenza italiana in Nordafrica, come  pure nei Balcani e nei paesi sudamericani.

Tajani dunque vuole dialogare con gli altri paesi a cominciare dalla conferenza di Bali, per allontanare il pericolo dell’isolamento dell’Italia sulla questione dell’immigrazione, considerando anche la sua conformazione geografica peninsulare.

Cina interlocutore sì, ma anche concorrente

Poi c’è l’argomento dei rapporti tra Italia e Cina e in questo senso l’incontro bilaterale di Meloni con Xi Jinping ha rimesso al centro il tema della Via della Seta. Su questo argomento Tajani, anche come esponente importante di Forza Italia ed ex presidente del Parlamento europeo, ha sempre avuto dubbi e perplessità.

In ogni caso per il ministro degli esteri la Cina deve essere un interlocutore, senza però dimenticare il fatto che sia pure un concorrente. Tajani ricorda come con il governo cinese ci siano divergenze di vedute sui diritti umani e sul commercio, ma in ogni caso i cinesi non sono nemici dell’Italia, nonostante Il nostro legame fortissimo con gli Stati Uniti.

Gli spiragli per raggiungere la pace appaiono ancora lontani

Tajani a questo proposito ricorda come abbia da poco avuto con il segretario di Stato Antony Blinken un incontro lungo e molto positivo, addirittura  affettuoso. E lo stesso vertice tra i due premier  Biden e Meloni, Tajani lo definisce importante, perché ha riscontrato diverse aperture americane verso il nuovo governo italiano. Tajani ricorda con soddisfazione come sia stata gestita bene la difficile fase di crisi mondiale per la vicenda del missile caduto in Polonia, rivendicando le capacità di tutti i paesi Nato di avere i nervi saldi.

Il ministro degli esteri ricorda come il governo italiano sia stato in contatto con tutti e di aver evitato di rilasciare dichiarazioni e commenti, per una scelta  ponderata, fino alla fase dei chiarimenti sulla vicenda, che ha coinvolto suo malgrado la Polonia.

L’obiettivo è quello di consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo della pace e nei prossimi giorni Tajani ha in programma un incontro con Stoltenberg, il segretario generale della Nato, per verificare se effettivamente sia più vicina l’agognata fine della guerra tra Russia e Ucraina, che ormai dura da quasi un anno.

Secondo il ministro degli esteri la questione è nelle mani della Russia, che se decidesse di fare una de-escalation consentirebbe la possibilità all’Ucraina di sedersi intorno al tavolo della pace. Ma l’esponente di Forza Italia ribadisce il concetto che per il governo italiano non ci possa essere la pace, senza giustizia. Purtroppo però non si vedono ancora spiragli per giungere alla pace in tempi rapidi perché, anche se la situazione può apparire meno tesa in questi giorni, i russi hanno di nuovo gettato benzina sul fuoco. Infatti dopo alcuni messaggi della Casa Bianca e una serie di contatti informali tra gli stessi russi e gli americani, Putin ha deciso di lanciare nuovamente centinaia di missili contro le città, lasciando immaginare che In tempi brevi non possano esserci soluzioni positive per la fine del conflitto.

Secondo Tajani non c’è problema a consentire Il dibattito sull’invio di armi nelle aule parlamentari come ha chiesto il movimento 5 stelle, ma il ministro tiene a ricordare come l’invio sia autorizzato fino alla fine dell’anno, per una decisione del governo Draghi, sostenuto anche dalla formazione politica di Grillo e  Conte. L’assenza di Tajani alla conferenza stampa sulla manovra economica del governo ha dato adito a voci di conflittualità all’interno della maggioranza, poi smentite.

 

 

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