L’Italia è Mattarella

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Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, eletto a grande maggioranza dopo diverse figuracce rimediate dai presunti leader delle forze politiche, nel suo secondo discorso di insediamento a Camere riunite non ha detto nulla di particolarmente inatteso.

Il discorso di Mattarella

Il presidente Mattarella ha fatto un discorso diverso rispetto a quello della rielezione di Giorgio Napolitano perché non ha collegato la sua permanenza al Quirinale all’approvazione di alcune riforme costituzionali, come quella dell’eliminazione del secondo mandato presidenziale di cui si era a lungo parlato soprattutto da parte del partito democratico o al raggiungimento di alcuni obiettivi. È stato, insomma, il discorso di un presidente intenzionato, almeno in apparenza, a rimanere in carica per l’intero settennato, come prevede la Costituzione, cosa che Mattarella sta cercando di mettere in chiaro nelle sue dichiarazioni e nei suoi atteggiamenti dopo la rielezione avvenuta nella serata di sabato 29 gennaio con 759 voti all’ottava votazione, da parte di parlamentari, stremati da una settimana di tentativi andati a vuoto per l’incapacità di trovare un accordo tra le forze politiche su un nome autorevole e alternativo al presidente.

Mattarella ha ringraziato i parlamentari per la fiducia che gli hanno manifestato, chiamandolo per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica e ha annunciato che la lettera e lo spirito della nostra carta costituzionale continueranno a essere il punto di riferimento della sua azione. Le attese dei cittadini più «insofferenti» alla politica «sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi da uno stato di forte incertezza» come quello emerso dalla settimana delle otto votazioni presidenziali.

Standing ovation for president

Il discorso del presidente è stato interrotto da 55 applausi del Parlamento, che in diverse occasioni ha tributato a Mattarella delle vere e proprie standing ovation, specialmente nella seconda parte dell’intervento. Mattarella ha poi passato in rassegna molti argomenti e questioni di attualità importanti, richiamando l’attenzione sulla fase della pandemia che stiamo attraversando e sull’importanza della campagna vaccinale per uscirne. Ha parlato del PNRR, del ruolo del nostro paese nell’Unione Europea e anche del ruolo dell’Unione Europea nell’Italia. Il presidente Mattarella ha testualmente affermato che «Da molti decenni i paesi europei possono godere del dividendo di pace», aggiungendo che «non possiamo accettare che ora, senza neppure la giustificazione della competizione tra sistemi economici e politici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale» In queste parole è chiarissimo il riferimento alle tensioni attuali al confine tra Ucraina e Russia nella regione del Donbass.

L’indispensabile dialogo tra governo e parlamento

In una delle standing ovation Mattarella ha fatto una critica abbastanza esplicita alle modalità con cui i governi Draghi e  quello precedente, di Giuseppe Conte hanno approvato le leggi contenenti le restrizioni sulla pandemia, senza passare dal Parlamento, sfruttando lo strumento dei DPCM. È stato uno dei passaggi in cui gli  applausi sono venuti anche dai parlamentari che non lo hanno votato. Mattarella ha chiarito che le due esigenze irrinunciabili del rispetto dei percorsi di garanzia democratica, e quello della  tempestività delle decisioni devono essere unite e rispettate.

Mattarella ha ribadito che  nell’indispensabile dialogo tra governo e parlamento, sugli atti fondamentali di governo del paese, il parlamento debba essere sempre posto in condizione di poterli esaminare con tempi adeguati. A suo giudizio la forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio, non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi.

La necessità della riforma della giustizia

Mattarella ha poi parlato con nettezza della necessità ineludibile della riforma della giustizia, che «per troppo tempo è divenuta un tema di scontro, che ha fatto perdere di vista le esigenze della collettività». «L’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della magistratura devono corrispondere alle pressanti richieste di efficienza e credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini. È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento, affinché il Consiglio superiore della magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la magistratura può contare e superando logiche di appartenenza che per dettato costituzionale devono restare estranee all’ordine giudiziario»

La necessità di dare ascolto agli studenti

Mattarella ha poi affermato che bisogna ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani, e cercano di esprimere esigenze e  domande volte a superare squilibri», riferendosi ai giovani in «periferie esistenziali», costretti a praticare lavori «precari e malfamati». «Le disuguaglianze non sono il prezzo da pagare per la crescita, sono piuttosto il freno per una prospettiva reale di crescita». Queste sono state parole che meglio di tutte tracciano il suo profilo di progressista come quelle di elogio al Papa tracciano invece quello di cattolico praticante. Entrambi i profili appartengono alla sua lunga storia di politico e di uomo delle istituzioni.

Mattarella, è”dignità” la parola più usata

Mattarella, infine ha dedicato l’ultima parte del suo discorso al concetto di dignità, dicendo testualmente «La dignità è azzerare le morti sul lavoro». Il presidente ha citato il caso di Lorenzo Parelli, il diciottenne morto a Udine, durante uno stage scuola lavoro in una fabbrica. «Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza fisica o verbale, ma alla coscienza di tutti noi». «Dignità è impedire la violenza sulle donne», un concetto che non poteva mancare dopo l’aggravarsi del fenomeno del femminicidio e la questione femminile emersa anche nella vicenda delle elezioni presidenziali con le candidature bruciate di diverse donne da parte delle forze politiche e «non essere costretti a scegliere tra lavoro e maternità». Il presidente ha inoltre espresso testualmente : «dignità è un paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti», «un paese non distratto dinnanzi ai problemi che le persone con disabilità devono affrontare».

«È anzitutto la nostra dignità che ci obbliga a combattere la tratta e la schiavitù degli esseri umani», ha continuato Mattarella, «dignità è il rispetto degli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine» e anzi valorizzati per il ruolo che possono ancora svolgere, dignità è anche «contrastare la povertà», così come «un paese libero dalle mafie» e anche «assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente». Nel concetto di lotta alle mafie, è riaffiorato sicuramente alla sua mente il ricordo del fratello Piersanti, presidente della Regione Sicilia, trucidato dalle cosche nel 1980 in un attentato nella sua Sicilia.

Mattarella ricorda David Sassoli e Monica Vitti

Ma la dignità deve essere intesa in senso ampio, come pietra angolare dell’impegno, della passione civile, ha detto pure Mattarella ricordando e questa volta in modo esplicito, sia l’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli, morto alcune settimane fa, che per quanto riguarda l’impegno nelle arti e quindi nella cultura, la grande attrice Monica Vitti, scomparsa da poco, ai quali viene riservato un commosso applauso, prima della standing ovation finale, che chiude un discorso di circa 38 minuti, nel quale è stato dunque completamente escluso il riferimento alla sua volontà espressa in precedenza di non volere assolutamente la rielezione alla presidenza della Repubblica italiana per motivi personali, ma anche di sensibilità costituzionale.

 

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