La Corte d’Appello di Napoli ha emesso una sentenza secondo cui anche la mamma non biologica deve essere considerata “madre dalla nascita” perché ha accettato e condiviso il progetto di procreazione assistita.
Accolta la richiesta di stepchild adoption
Secondo quanto riportato dal sito Articolo29.it, i giudici napoletani, in una sentenza a dir poco innovativa (n. 145/18 depositata lo scorso 4 luglio), hanno accolto la richiesta di stepchild adoption avanzata dalla mamma non biologica di un bambino nato dalla propria compagna.
Le due donne fanno parte dell’associazione “Famiglie Arcobaleno”, che tutela le coppie omosessuali.
Le motivazioni della sentenza
L’avvocato Francesca Quarato, legale della suddetta associazione, che le ha assistite, spiega che le motivazioni della sentenza sono molto importanti, perché i giudici non si sono limitati a riconoscere alle due donne lo status di genitore del figlio che hanno voluto.
La stepchild adoption è una forma di tutela minima
Essi ricordano infatti che ” la stepchild è una forma di tutela minima per i figli di coppie omogenitoriali, perché è subordinata alla domanda, perché assicura una tutela non piena e, infine, concede di adottare quello che, invece, deve essere considerato un figlio della coppia già alla nascita. In tal senso, richiama espressamente la legge 40 (la legge del 2004 sulla fecondazione assistita, ndr) indicando per la piena tutela dei figli di coppie omogenitoriali la strada del riconoscimento alla nascita“.
La sentenza fissa un principio generale di diritto
Molto importante un passaggio della sentenza, laddove la Corte precisa che il principio fissato non va considerato un obiter dictum, ossia un principio di diritto privo di specifica rilevanza, che non vale come precedente.
Si tratta del cuore della decisione
Si tratta, invece, del cuore della decisione, perché i giudici reputano “che il gravame vada accolto – conformemente agli ulteriori motivi di appello – anche in una diversa e più ampia prospettiva…al fine di assicurare una decisione, in diritto, più rigorosa e sistematica “.
La sentenza “soccorre” alcuni sindaci che sono stati denunciati
Questa sentenza viene in aiuto ad alcuni sindaci che, in diverse città (Torino, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Catania) hanno iscritto come genitori due mamme oppure due papà negli atti di nascita di bambini nati da quel tipi di procreazione; nei loro confronti sono state infatti presentate denunce per le ipotesi di reato di alterazione di stato per avere, in sostanza, falsificato l’atto di nascita, e di falso in atto pubblico.