Maratona di Trieste, “nessun atleta africano sarà ingaggiato“- il caso diventa nazionale
La decisione degli organizzatori del Running Festival di non ingaggiare atleti africani ha scatenato grandi polemiche e conseguenti proteste.
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Immediate ed ovvie sono state le accuse di razzismo.
“La decisione di escludere gli atleti di colore dalla maratona della Trieste Run Festival è una macchia per l’Italia nel mondo” ha affermato il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro.
“Senza vergogna. Se non lo avessi letto sui giornali stenterei a crederci” – sono state le parole del segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni.
Fabio Carini, Presidente della Adp Miramar – organizzazione che promuove la gara – si è difeso motivando la scelta come la volontà di combattere lo sfruttamento dei corridori di colore.
Il caso è diventato dunque nazionale e non sono mancati i commenti dei “complottisti”.
Non sarà razzismo, ma non sarà certo neanche la volontà di combattere lo sfruttamento dei corridori di colore. Cosa si nasconde, dunque, dietro una decisione così clamorosamente spropositata?
“Manager poco seri che sfruttano gli atleti di colore”
“Quest’anno abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei affinché vengano presi provvedimenti che regolamentino il mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono sfruttati. Questa è una cosa che non possiamo più accettare”
Secondo il Presidente Fabio Carini, in Italia “gli atleti del Kenya e del Nord Africa sono pedine nelle mani di manager sfruttatori senza scrupoli. Questi atleti sono sottopagati e trattati in maniera indecente rispetto a quello che è il loro valore reale. Questo, poi a a discapito di atleti italiani ed europei che chiaramente rispetto al costo della vita non possono essere ingaggiati, perché hanno costi di mercato”
“La vicenda in sé per come sta emergendo rasenta la follia”
Il vicepremier Luigi Di Maio parla di follia: “E’ giusto combattere lo sfruttamento dei corridori africani, il professionismo è professionismo sempre e come tale deve essere retribuito, ma non è così che si fa, non è escludendoli da una gara che si combatte il problema. Anzi, così il problema si aggrava e la vicenda in sè per come sta emergendo rasenta la follia”.
Rabbia e sgomento sui social
Anche sui social è esplosa la protesta. “Che schifo!”, “Vergogna!”, “Psicopatici. Bisogna fermarli, questi ci trascinano nel baratro, A Trieste si inaugura la maratona razziale”, “Boicottiamo la competizione e i suoi sponsor”.
Federatletica apre un fascicolo sulla decisione degli organizzatori giuliani
Aperta un’inchiesta sull’eventuale violazione di precise norme. In una nota di Federatletica si legge: “In riferimento alle notizie di stampa e alle successive polemiche relative alla mezza maratona di Trieste, la Federazione italiana di atletica leggera informa che la procura federale ha immediatamente aperto un’inchiesta volta ad accertare i fatti ed eventuali violazioni alle proprie norme e regolamenti commesse da società affiliate o da tesserati Fidal”.
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