Il voto di ieri alle primarie del Partito Democratico avvicina sempre di più l’ex-vicepresidente di Barack Obama, Joe Biden, alla nomination per le presidenziali 2020. Dopo aver ottenuto un buon risultato al Super Tuesday, dello scorso 3 marzo, aggiudicandosi 10 stati su 14 e una serie di endorsement importanti, tra cui quelli di Michael Bloomberg ed Elizabeth Warren, con la conquista ieri di ulteriori quattro stati (Idaho, Mississipi, Michigan e Missouri), la distanza con l’altro sfidante ancora in corsa, Bernie Sanders, si fa sempre più ampia e difficile da recuperare.
Il trionfo di Biden
La rimonta di Biden si può ritenere stupefacente se si considera che alla fine di febbraio era dato per sconfitto e quasi sull’orlo di uscire fuori dalla corsa per le presidenziali. A partire dal Super Tuesday si è assistito a una rimonta che lo ha portato a superare il favorito fino a quel momento, il senatore Sanders. Significativo è però anche il modo in cui Biden ha trionfato nelle varie competizioni, dal momento che è riuscito a riportare nell’alveo del Partito Democratico gruppi di elettori che ne erano usciti nel 2016, con la vittoria di Hillary Clinton. Tra questi soprattutto i gruppi di dem ultrasessantacinquenni.
Zoccolo duro del suo elettorato rimane però sempre quello degli afroamericani, seguiti dai colletti bianchi e blu della classe media e dalle famiglie suburbane. Anche tra le donne, soprattutto con titolo universitario, registra ottimi consensi.
Questo risultato dimostra inoltre come Biden riesca oramai a vincere in ogni angolo del Paese: dal sud al nord-est e soprattutto nel popoloso Midwest.
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La sconfitta di Sanders
Nonostante lo stato di Washington stia ancora contando i voti (le ultime proiezioni davano un testa a testa tra i due), per Sanders il voto di ieri è stata una vera e propria debacle. Riuscendo ad aggiudicarsi solo il North Dakota, la corsa verso la Casa Bianca diventa ora sempre più difficile. Per il momento il senatore del Vermont non ha voluto commentare i risultati e questo silenzio è stato interpretato da molti come un preludio a un possibile ritiro. La conta dei delegati vede ora infatti in testa Biden con 670 contro i 574 di Sanders, anche se in ballo ci sono ancora quelli dei candidati oramai ritiratesi, rispettivamente i 26 di Pete Buttigieg, i 61 di Michael Bloomberg e i 7 di Amy Klobnuchar (per assicurarsi la nomination alle presidenziali ne servono 1991).
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I prossimi appuntamenti
Nonostante il timore per il coronavirus Covid-19 cominci a serpeggiare anche in America (segno evidente è stato l’annullamento del comizio di Biden in Ohio) la competizione elettorale all’interno del Partito Democratico non si ferma. Martedì prossimo voteranno altri quattro importanti stati (Florida, Ohio, Illinois e Arizona). Si tratta dell’ultima chance per Sanders che potrebbe decidere di giocarsi il tutto e per tutto con Biden nel confronto testa a testa previsto per domenica.