1737 – “Che sia Magnifico, meraviglioso cosicché il mondo intero ne resti incantato!” – E’ questa la volontà di Re Carlo quando ordina la costruzione di un “Teatro” che rappresenti la grandezza del suo Regno anche nelle Arti. E così è stato!
L’Architetto Giovanni Medrano, Colonnello Spagnolo, temporaneamente a Napoli, completa l’opera con una spesa complessiva di 75.000 ducati in solo 8 mesi, ponendolo alle spalle di Palazzo Reale. Così il 4 Novembre con in scena “L’Achille in Scirio” di Pietro Metastasio, avviene l’inaugurazione proprio nel giorno dell’onomastico del Re cosi da chiamarlo Teatro San Carlo.
Da subito diviene luogo incantato dove le Arti quali il Canto, la Musica, la Danza vengono accolte dolcemente e rispettosamente. E’ qui che i più grandi artisti e compositori vogliono esibirsi perché proprio qui la Corte Borbonica, e l’importanza che essa riveste sono rappresentate appieno.
Un palco per una serata aveva il suo prezzo e le candele poste innanzi proprio ad ognuno di questi sono un’ostentazione sia di rango che di potere. L’ubicazione resta talmente vicina a Palazzo Reale da poter esaudire il desiderio del Re di non comparire in strada, bensì di accedervi tramite un lungo corridoio che inizia dietro la porta del Palco Reale riportandolo nelle sue stanze alla fine dello spettacolo e viceversa.
Tale importante scrigno di arte, musica, danza resta il gioiello e allo stesso tempo il salotto della Corte Borbonica. E’ proprio qui che Re Carlo decide di festeggiare la nascita del primogenito, Filippo. E’ il 1747 e Vincenzo Re, lo scenografo del tempo, accetta l’impegno di creare una magia: dall’alto scendono teli enormi che coprono tutti i palchi; la platea ed il palcoscenico sono uniti da un piano di legno che trasforma il tutto in una enorme sala da ballo. Ai lati del Palco Reale vengono montate due scalinate che permettono la salita e la discesa del Re dalla sua postazione privilegiata. Una festa leggendaria per la ricchezza degli abiti e per lo sfarzo colossale.
Nulla riesce ed intaccarne lo splendore. Gli avvenimenti politici neanche lo sfiorano, anzi!
Nel 1812 si apre la Scuola di Danza che resta la più antica d’Italia; da questo momento in poi il San Carlo diventa teatro del popolo.
La sua fama è alle stelle. Resta per anni il riferimento per coloro che si nutrono di arte, siano essi musici, cantanti, danzatori, attori – fino alla notte del 13 febbraio 1816 quando un incendio in poco più di un’ ora distrugge tutto. A tale notizia l’intera Europa resta in trepida attesa fino a che Re Ferdinando affida la ricostruzione all’Architetto Niccolini e all’Impresario Barbaja i quali, dopo soli 10 mesi, inaugurano il “Nuovo Real Teatro di San Carlo”, più magnifico del precedente: “La prima impressione è quella di esser entrati nel palazzo di un principe orientale, tale è il luccichio. L’anima è rapita da nulla di più maestoso che si possa trovare al mondo”(Cit.Stendhal).
La facciata del Niccolini è proprio quella attuale. Egli segue la moda del tempo; le annette un portico presso il quale le carrozze si fermano. I VIP fanno il loro ingresso, la folla seppur lontana può osservare il più vicino possibile.
Che lo spettacolo abbia inizio!