<strong>Parigi – Non era rientrata a casa dopo la scuola. Subito era scattato l’allarme, ma della piccola Lola Daviet, 12 anni nessuna traccia. Poi l’intuito del padre di guardare le immagini dei sistemi di videosorveglianza del palazzo del quale lo stesso è custode. Immagini che hanno mostrato una donna che costringeva Lola a seguilra. Da qui l’ipotesi del rapimento. La 12enne è stata poi ritrovata morta nella tarda serata di venerdì 14 settembre morta. Era stata rinchiusa in un baule adagiato poco lontano dal luogo della scomparsa. La piccola aveva la gola sgozzata, ma stando ai risultati dell’autopsia la ragazzina sarebbe morta per asfissia e solo in un esecondo momento le sarebbe stato inflitto un colpo alla gola.
Il giallo di Parigi
Sul corpicino della piccola Lola sono stati ritrovati due numeri: 1 e 0. Ancora non è chiaro il significato di quei numeri. La ragazzina aveva caviglie e polsi legati, oltre ad una profondissima ferita al collo.
Oltre al baule in cui è stato ritrovato il corpo di Lola, sono stati trovati anche due trolley. Stando al racconto di un testimone, la donna voleva farsi aiutare a caricare il baule in auto, ma l’uomo che aveva intuito che ci fosse qualcosa di non chiaro, si era rifiutato di aiutarla. Ancora non è stato reso noto il contenuto dei due trolley.
Nella giornata di sabato sono state arrestate diverse persone tra le quali anche Dahbia, la ragazza di 24 anni, di origini magrebine, la cui immagine è stata registrata dai sistemi di videosorveglianza dove Lola risiedeva insieme alal sua famiglia. Era a Bois-Colombes, nella banlieue nord-ovest di Parigi. quando è stata rintracciata ed arrestata. Con lei arrestata anche la sorella e altri due uomini.
(foto di repertorio)